«Se ci lasciano fare saremo autonomi»
Lunedì al tavolo di consultazione alla Regione la Provincia di Caserta andrà con le idee chiare. «Stiamo applicando la normativa - rimarca l’assessore provinciale all’Ambiente Umberto Arena - e l’obiettivo è di giungere quanto prima all’autosufficienza provinciale per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti. Alcuni impianti sono già attivi, altri sono pronti per essere realizzati e il tutto in linea con quanto stabilito con decreto già un mese e mezzo fa dal presidente della provincia Zinzi». L’appuntamento di lunedì vedrà seduti allo stesso tavolo il presidente del consiglio regionale Paolo Romano, il governatore Caldoro, l'assessore regionale all'Ambiente, Giovanni Romano, il presidente della VII Commissione ambiente del consiglio regionale Luca Colasanto, i presidenti dei gruppi consiliari, quelli delle Province di Napoli, Caserta, Avellino, Benevento e Salerno ed il sindaco di Napoli Rosa Iervolino Russo. Insomma tutti gli attori istituzionali. Il nodo sono le discariche dove sversare i rifiuti di Napoli, esigenza da coniugare con la necessità che hanno le altre province, come Caserta, di evitare che lo sversamento indiscriminato di rifiuti da Napoli paralizzi la possibilità di realizzare il piano provinciale degli impianti. Già perché Caserta il suo piano ce l’ha ma ha bisogno di sfruttare (nel tempo) tutta la capienza delle discariche sul territorio per far lievitare la differenziata e mettere in esercizio quanto programmato. «Il piano provinciale si basa - spiega l’assessore Arena - su alcuni principi guida: riduzione al minimo dell’impatto ambientale, conservazione di risorse materiali ed energetiche, gestione dei rifiuti «after-care-free», cioè tale che né la messa a discarica né la termovalorizzazione, il riciclo o qualsiasi altro trattamento comportino problemi da risolvere per le future generazioni, raggiungimento dell’autosufficienza provinciale, trattamento in sicurezza e in tempi ragionevoli dei rifiuti stoccati da anni sul territorio, raggiungimento della sostenibilità economica». Fra gli altri obiettivi il raggiungimento di almeno il 50 per cento di raccolta differenziata entro il 31 dicembre 2011 mentre il fabbisogno dei volumi di discarica per le esigenze del territorio provinciale è stimato in 800.000 metri cubi l’anno. Per raggiungere tali obiettivi l’ente di Corso Trieste ha stilato un cronoprogramma. «Entro la prossima estate - continua l’assessore Arena - utilizzando risorse europee girate alla Regione, sarà avviato un impianto di compostaggio da 30 mila tonnellate a San Tammaro. Saranno invece tre gli impianti di digestione anaerobica - per 100 mila tonnellate - uno dei quali da realizzare proprio a San Tammaro (40 mila tonnellate l’anno) nell’area adiacente a quella individuata per il sito di compostaggio. Gli altri due impianti di digestione anaerobica - che saranno allestiti in altrettante aree industriali - avranno una capacità di 30 mila tonnellate ciascuno. Per le strutture di “trattamento termico” (frazione secca non riciclabile per un volume complessivo di 250 mila tonnellate l’anno), 150 mila andranno al termovalorizzatore di Acerra (o Napoli Est), 90 mila saranno invece trattate in un impianto di gassificazione da realizzare in un’area industriale. Tempi di realizzazione: fine 2012». L’incognita maggiore per la realizzazione degli impianti resta quindi l’emergenza napoletana. È chiaro che se la Regione dovesse di nuovo dirottare a Caserta rifiuti rimasti per strada si saturerebbero anzitempo le discariche e non si avrebbe il tempo di completare gli impianti. Da qui la posizione di ferma opposizione annunciata dal presidente Zinzi nei confronti di soluzioni che non siano in linea con il piano provinciale in fase di attuazione.