La difesa di Saggese: «Distratti dal commissariamento»

L'assessore al bilancio ammette: concentrati soltanto sull'emergenza
5 novembre 2010 - lu.ro.
Fonte: Il Mattino

«Posso rispondere per la mia gestione e sono assessore da poco più di anno: certo con il contratto di servizio si sarebbe potuto controllare meglio il flusso di cassa e finanziario di Asìa». Michele Saggese, assessore al Bilancio e alle Società partecipate rilancia la palla nella metà campo dei suoi predecessori: Enrico Cardillo e Riccardo Realfonzo e ammette che la mancata stipula del contratto di servizio con Asìa - l’Azienda speciale per l’igiene urbana - riguarda lui solo per l’ultimo anno: «Non pregiudica il contratto - conclude l’assessore - il lavoro dell’azienda, tuttavia determina migliora organizzazione e più controlli. A onore del vero bisogna dire che quindici anni di commissariamento e la perenne emergenza hanno distratto tutti gli amministratori». Asìa non è la sola azienda del Comune a non avere il contratto di servizio, su ventidue partecipate solo otto possono fregiarsi di questa attenzione. L’azienda nell’ultimo anno ha avuto moltissimi guai. A cominciare da perdite per 45 milioni di euro. L’azienda costa al Comune 170 milioni di euro all’anno. Saggese aveva tentato la carta della costituzione di Asìa 2 per mollare la parte di azienda con i debiti e tenersi quella buona. I Revisori dei Conti sulla materia sono stati durissimi: «L’andamento del complesso delle società partecipate dal Comune di Napoli nel corso del 2008 denota come il reddito netto di competenza del Comune passi da una perdita di circa 11 milioni ad una perdita di circa 45, differenza che risente in via prevalente del risultato economico della partecipata Asìa spa». I Revisori stesso lanciano una ciambella di salvataggio verso l’azienda: «La società Asìa SpA ha registrato una perdita pari ad euro 45 milioni significata dalla permanente situazione di emergenza e dalla conseguente gestione commissariale, che hanno imposto di far fronte a situazioni non propriamente ordinarie ed alla organizzazione dei conseguenti servizi per rispondere a tali esigenze». Al netto di questo, Asìa ha a disposizione un esercito di oltre 2.400 dipendenti che dovrebbero garantire una città pulita. Invece così non è al di là delle problematiche di sversamento. Basta pensare allo spazzamento. Come ha rilevato il generale Morelli: «Oggi come oggi la situazione è normale sotto l’aspetto sanitario, pur rimanendo Napoli una città sporca dove lo spazzamento è carente». Parole dette dal responsabile dell’unità stralcio e della struttura per l’emergenza rifiuti in Campania in audizione in commissione Ecomafie. Sono circa 800 gli operatori di Asìa che dovrebbero occuparsi solo dello spazzamento ma un po’ per problemi economici e molto per problemi familiari e di gestione la città viene spazzata solo un paio di volte a settimana. Nel weekend in modo particolare Napoli e i suoi quartieri storici restano con montagne di cartacce a terra.

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