Lepore: massima vigilanza siamo pronti a intervenire

"La Procura verificherà con attenzione i rapporti tra il Comune e la società ma aspettiamo il giudizio del Tar"
5 novembre 2010 - giu.cri.
Fonte: Il Mattino

«In questo momento abbiamo altro di molto urgente da fare, c’è Giugliano che ribolle. Ovviamente la Procura è vigile su ogni fronte, rispetto all’emergenza rifiuti: ed è chiaro che verrà anche il turno per Asìa e Comune di Napoli». Giovandomenico Lepore rassicura: verifiche e controlli su eventuali profili di natura penale (al momento non evidenti) nella vicenda dello «stipulando contratto», come lo definisce la stessa Avvocatura di Palazzo San Giacomo, tra l’ente locale e la sua partecipata che si occupa di igiene ambientale. E dunque i controlli e le verifiche non mancheranno. «Anche perché - aggiunge il procuratore della Repubblica del capoluogo campano - siamo in sede di giudizio amministrativo, e se il Tribunale regionale della Campania dovesse giungere a conclusioni dalle quali emerge una qualche responsabilità di Palazzo San Giacomo, allora ce lo comunicherà». In piena emergenza rifiuti la Procura di Napoli ha il suo bel da fare per esaminare situazioni di massima urgenza. Ci sono indagini in corso, sulle quali, naturalmente, il numero uno dell’ufficio inquirente intende mantenere il massimo riserbo. Ma l’azione penale è obbligatoria, e dunque in presenza di novità eventuali i pubblici ministeri dovrebbero procedere. «Se si dovesse dimostrare il dolo, come ha giustamente spiegato sul “Mattino” il professore Orazio Abbamonte prefigurando i possibili scenari giudiziari di questo caso - conclude Lepore - allora procederemo». Ma torniamo al giudizio che ha dato origine al caso. Il giudizio che pende davanti al Tar Campania. Il ricorrente, l’avvocato napoletano Raffaele Di Monda, lamenta la lesione di un diritto riconosciuto dalla legge: il mancato accesso ad alcune informazioni richieste al Comune di Napoli. Il civilista aveva infatti chiesto di prendere visione e di estrarre copia di documenti amministrativi dai quali si sarebbero evinti i costi e le spese impegnate da Asìa per garantire le modalità di rimozione dei rifiuti a Napoli, ma anche la disinfezione e la disinfestazione dei cassonetti. la richiesta, presentata il 16 febbraio dello scorso anno, non aveva però trovato alcuna risposta da parte del Comune. Per questo Di Monda - il successivo 28 aprile 2009 - aveva reiterato la domanda, ma anche in questo caso da Palazzo San Giacomo non giunse replica. Di qui la decisione di rivolgersi al Tribunale amministrativo regionale della Campania, che a breve chiuderà il caso con una pronuncia.

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