Caccia alle mini-discariche spuntano le zone industriali a nord

Tempi stretti per individuare siti alternativi da utilizzare per due anni
5 novembre 2010 - lu.ro.
Fonte: Il Mattino

Oggi Regione e Provincia - mentre a Roma il Consiglio dei ministri dovrebbe dire sì alle numerose richieste di modifica della legge 26 che ha sancito l’uscita dall’emergenza rifiuti - cominceranno a tracciare la mappa delle quattro mini discariche che dovranno servire almeno per due anni Napoli e la sua provincia. Una si trova nella zona di Afragola e l’altra nel Nolano. Ne mancano due all’appello e dovranno essere trovate al più presto perché Napoli in queste ore sta scaricando ma ha a disposizione solo dieci giorni per andare a Taverna del Re, poi ci sarà lo stop e la città rischia di essere travolta ancora di più dalla crisi. Una riunione operativa. Top secret le localizzazioni ma il territorio è tale che non ci vogliono grandi sforzi di fantasia per capire dove certi spazi sono a disposizione. C’è chi addirittura immagina le zone Asi non utilizzate a nord della città a confine con il casertano. Boatos? Depistaggi? Presto se ne saprà di più. Quello che è certo è che parallelamente alla ricerca di questi siti camminano gli altri pezzi del piano: allungare la vita alle discariche di Chiaiano, Terzigno e Giugliano di almeno un anno aumentando la differenziata, l’utilizzo delle cave per arrivare a fine 2013 con i termovalorizzatori di Napoli Est, Salerno e Giugliano attivi; definire i contratti per mandare in Scandinavia un po’ della nostra monnezza. Questi i passi per dare corpo definitivamente al ciclo integrato dei rifiuti. I punti principali del piano post Bertolaso sono retti dal principio della «zonizzazione». Vale a dire che i territori ed enti locali si devono assumere la responsabilità dei propri rifiuti. Due passaggi quasi a costo zero sono quelli dell’incremento della differenziata e la messa in funzione degli impianti di compostaggio. Attività strategiche e fondamentale per far funzionare il delicato meccanismo. Giova ricordare la questione cave a livello numerico come sta: su 1.501 cave in Campania, 264 sono attive mentre 1.237 sono cave abbandonate, abusive o dismesse. Di esse 691 risultano certamente abbandonate, prive di vincoli amministrativi o obblighi per gli ex gestori e dunque utilizzabili in tempi brevi. In particolare, in provincia di Caserta vi sono 409 cave inattive - delle quali 280 abbandonate - inserite in un piano di recupero ambientale dal commissario di governo. Ora 124 sono utilizzabili subito e danno una disponibilità di 34 milioni di metri cubi per accogliere materiali inerti e no. Complessivamente sul territorio campano si trovano 71 siti nella provincia di Avellino, 73 in quella di Benevento. A Caserta ce ne sono 280, 113 nella provincia di Napoli e 154 nel Salernitano. Ma sull’ipotesi di una discarica ad Afragola annunciata sul Mattino dal presidente della Provincia Luigi Cesaro (Pdl) si spacca il partito di Berlusconi. Durissima è la deputata Pina Castiello. «Non permetteremo mai un’ipotesi del genere sul nostro territorio, pronti a dare battaglia. Non c’è nulla in itinere, non è stata mai previsto nel decreto legge del 2008. Senza contare che non ci è stato chiesto nulla e comunque non saremo mai disponibili», spiega la parlamentare del Pdl nativa proprio della cittadina a Nord di Napoli. Poi aggiunge: «Cesaro, voglio sperare, sarà incorso in un errore perché il nostro territorio non offre insediamenti idonei per una discarica».

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