Monito dell’Europa «Misure urgenti»
"Insufficienti le misure adottate nel 2007"
BRUXELLES. La Commissione europea è sempre più preoccupata per la situazione dei rifiuti in Campania e si prepara ad agire. Il 22 novembre invierà nella regione una missione di funzionari Ue e tecnici, che rimarranno due giorni per valutare sul campo la situazione. Inoltre, secondo quanto si apprende, starebbe per partire una lettera informale alle autorità italiane in cui l'esecutivo comunitario sottolinea di «star seguendo tutti gli ultimi avvenimenti» con attenzione. Mentre sembra sempre più inevitabile la decisione di deferire l'Italia alla Corte di Giustizia europea, che già nel marzo scorso aveva condannato il governo per la mancanza di un piano di smaltimento dei rifiuti e che questa volta potrebbe decidere di comminare delle pesanti multe. «La situazione dei rifiuti in Campania ci preoccupa ancora e chiediamo misure urgenti per far fronte all'emergenza», ha dichiarato ieri, rispondendo a una domanda nel corso di una conferenza stampa sulla biodiversità, il commissario per l'Ambiente Janez Potocnik, il quale ha riferito di aver avuto «un breve incontro» a Nagoya, in Giappone, con il ministro Stefania Prestigiacomo, con cui ha «discusso dell'argomento». Potocnik ha assicurato che l'esecutivo comunitario sta «monitorando attentamente la situazione» ma ha precisato di «non voler aggiungere altro a quanto detto nella dichiarazione» del 23 ottobre scorso. «La situazione odierna ci fa pensare che le misure adottate dalle autorità italiane dal 2007 in poi sono insufficienti», aveva osservato, in un comunicato dai toni assai duri, il commissario, che dovrà decidere nelle prossime settimane se aprire una nuova procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia, dopo quella del 2007, per l'inadempienza alla sentenza dei giudici lussemburghesi. Prima della decisione l'esecutivo comunitario dovrà inviare un'ultima lettera di avvertimento all'Italia, che avrà due mesi di tempo per rispondere. Non è però questa la missiva che, secondo alcune fonti, la Commissione si prepara a inviare. «Le autorità italiane ci hanno chiesto sostegno tecnico e noi ovviamente siamo pronti a fornirlo», spiegano dall'esecutivo Ue, sottolineando come la priorità in questo momento vada data all'attuazione di «misure urgenti». La decisione di un eventuale nuovo ricorso alla Corte terrà conto, naturalmente, del rapporto finale che i tecnici comunitari scriveranno al termine della loro missione in Campania e degli incontri con le autorità locali. Non si tratta di una decisione che giungerà in tempi brevissimi, mentre per una seconda eventuale condanna della Corte di potrebbe parlare anche di un anno. Ma, secondo quanto riferiscono a un'agenzia di stampa fonti molto vicine al dossier, allo stato attuale «l'Italia non ci lascia altra scelta che chiedere alla Corte una seconda condanna», con l'imposizione di pesanti multe, calcolate in base al prodotto interno lordo, alla durata dell'infrazione e alla sua gravità. «Lo vorremmo evitare, perché costerà cifre infernali all'Italia e renderà la situazione ancora più grave», spiegano le fonti, aggiungendo: «A noi non interessa in quali mani sia la gestione dei rifiuti, quello che vogliamo è che siano gestiti: il mondo intero sta guardando questa catastrofe, è una crisi che sta andando troppo lontano». Il Belgio, per un'infrazione molto più lieve, si ritrovò a pagare una multa nell'ordine dei milioni di euro. Dal Palazzo Berlaymont, sede della Commissione, in molti osservano come le immagini televisive del 2007 e quelle di oggi non siano molto diverse. «La sentenza della Corte lascia piena libertà agli Stati membri su come attuare la sentenza, ma l'importante è che venga rispettata», spiegano le fonti, aggiungendo che l'Italia ha tutti gli strumenti per agire e reagire, ma deve farlo subito.