Rifiuti nelle cave la Camorra ci ha già pensato

Sui 300 sit casertani in corso un'indagine di scenario della Procura della Repubblica
4 novembre 2010 - Claudio Coluzzi
Fonte: Il Mattino Caserta

Cave del Casertano Utilizzare le circa 300 cave dismesse o abusive censite in provincia di Caserta per smaltire i rifiuti inerti e consentire il superamento dell’emergenza? Ci ha pensato prima la camorra. Già perchè l’ipotesi in questi giorni al vaglio della Regione Campania e delle Province, e già qualche anno fa lanciata dal sindaco di Salerno De Luca (prevista anche in un disegno di legge presentato ieri dal senatore De Luca), è oggetto di un’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Ma non solo. Proprio in questi giorni verrà firmato un protocollo d’intesa «Organizzativo di salvaguardia della Provincia di Caserta» con cui verranno utilizzati speciali aerei della Guardia di Finanza e strumentazioni dell’Istituto nazionale di Geofisica per scoprire, con il telerilevamento aereo e terrestre, cosa è stato smaltito illegalmente in quelle 300 cave dismesse. Insomma non si può pensare di sversare alcun inerte in siti che sono oggetto di indagine della magistratura e nei quali, criminalità organizzata, ma anche cittadini comuni senza troppi scrupoli, (vedi Masseria Monti di Maddaloni o Laghetti di Castelvolturno), hanno occultato di tutto. Il protocollo d’intesa, unico in Europa, coordinerà l’azione della Procura di Santa Maria, della Prefettura di Caserta, dell’Istituto nazionale di geofisica, del Noe dei carabinieri, di Polizia di Stato, Corpo Forestale e Asl di Caserta. Questa volta, inoltre, il pool di magistrati coordinato dal Procuratore Corrado Lembo può contare su uno strumento «eccezionale», una sorta di aereo-spia in dotazione alla Guardia di finanza in grado di effettuare telerilevamenti e analizzare la composizione chimica del terreno. Scoprire piombo, ferro o arsenico è diventata questione assai più semplice che scavare e analizzare. Oggi basta un clic dal cielo e addio ai carotaggi. Inoltre già nel gennaio scorso il Procuratore Lembo aveva chiarito il senso dell’iniziativa: «Il monitoraggio è una cosa scientifica, ha scopi di studio. Il nostro obiettivo, invece, è l’accertamento penale, non la semplice fotografia di una situazione. Ecco, chiamiamola piuttosto indagine di scenario». Con tanto di ipotesi di reato, ossia come minimo disastro ambientale. «Una Procura si deve occupare sì dei fatti, - ha spiegato il Procuratore - ma quando questi fatti si presentano ciclicamente con una valenza diffusa e invasiva, allora in quei casi ci si deve occupare del fenomeno il che vuol dire avviare un’indagine ampia per tutelare la salute pubblica perchè c’è il sospetto che le cave dismesse siano possibili zone di deposito illegale di rifiuti». Le cave dismesse o illegali in questione sarebbero quelle in cui l’Ecomafia avrebbe smaltito ingenti quantitativi di rifiuti industriali provenienti dal nord Italia. In altri casi si tratterebbe di antiche cave di tufo (formatisi negli ultimi cento anni per l’estrazione delle pietre necessarie alle costruzioni) in cui privati senza troppi scrupoli avrebbero accettato che venissero gettato materiali vari in cambio di denaro. Senza sapere nemmeno con precisione cosa venisse occultato in prossimità delle loro abitazioni e che danni tali rifiuti potevano provocare per l’ambiente e la salute. Da un censimento recente risulta che nella Regione Campania ci sono 1501 cave di cui 264 sono attive e 1237 sono abusive o abbandonate. In provincia di Caserta vi sono 409 cave inattive di cui 280 abbandonate o abusive. «Sull’ipotesi di utilizzare le cave per smaltire i rifiuti - dice il responsabile regionale del Wwf, Alessandro Gatto - non intendo pronunciarmi tanto ritengo aberrante tale soluzione. Non voglio credere che qualcuno pensi di mettere lì il «tal quale» ma si stia parlando esclusivamente di inerti. Anche in questo caso, comunque, non si tratterebbe d’altro che di un rinvio del problema. Il nodo vero, che da 15 anni andiamo ripetendo, è l’avvio reale di un ciclo virtuoso dei rifiuti. Capisco che con i sacchetti a terra si pensi anche a soluzioni irrazionali ma non possiamo accettare piani che non abbiamo alcuna prospettiva futura».

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