La replica del professionista: «Parcelle fissate dall’Ordine»

I legali: "nessun legame tra questa vicenda e la funzione pubblica del nostro assistito"
4 novembre 2010
Fonte: Il Mattino

«I fatti per i quali è stata disposta la misura interdittiva dell’esercizio dell’attività di commercialista nulla hanno a che vedere con le funzioni pubbliche di Commissario liquidatore del Consorzio unico di bacino per la raccolta dei rifiuti delleprovince di Napoli e Caserta»: lo precisano in un comunicato i difensori di Gianfranco Tortorano, Alfonso Maria Stile e Nicola Pisani che poi sottolineano: «il nostro cliente avrà modo di dar conto della correttezza del proprio operato di liquidatore della Finpa, e del fatto che gli incarichi affidati e gli emolumenti corrisposti, sulla base di parcelle asseverate dall’ordine dei commercialisti di Napoli, trovano piena giustificazione nelle attività svolte nell'interesse della società». E anche i sindacati autonomi a cui fa capo parte dei dipendenti del consorzio sono scesi in campo. Ieri mattina, infatti, c’era stato a Caserta un incontro in prefettura al quale avevano partecipato sia i sindacati autonomi che i confederali. Il summit aveva portato a una schiarita sul fronte degli stipendi. Ora i lavoratori temono che non ci sia nessuno che possa firmare le buste paga. Il portavoce del cartello degli autonomi, Vincenzo Guidotti, ha diramato un comunicato di solidarietà a Tortorano che «si era schierato pesantemente contro il malaffare dei clan che aveva rimosso Scialdone (l’ex direttore del consorzio unico, ndr) ed aveva sospeso tutte le indennità tagliando gli sprechi e colpendo quindi interessi occulti». L’accordo siglato ieri mattina garantiva che le spettanze di settembre, garantite dalla Provincia di Napoli e dai Comuni debitori nei confronti del consorzio, sarebbero arrivate entro un paio di giorni mentre per quello di ottobre bisognerà aspettare una decina di giorni. Sarà garantito però soltanto lo stipendio base. Le risorse arriveranno in parte dai fondi versati dalla Provincia di Napoli e in parte dai Comuni casertani debitori nei confronti del consorzio. Questi ultimi saranno invitati a versare i soldi, ricavati dalla riscossione della Tarsu, nelle casse dell’ente che si occupa della raccolta dei rifiuti. Tali somme dovrebbero garantire tranquillamente le risorse da destinare al pagamento delle spettanze dei lavoratori.

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