Cava Sari: compattatore in fiamme, poi il via libera ai camion

Langella, sindaco di Boscoreale: controlleremo tutti i carichi
"bollino blu" ai mezzi autorizzati
4 novembre 2010 - Francesco Gravetti
Fonte: Il Mattino

L’incendio di un autocompattatore, all’altezza di via Zabatta, è stato l’unico episodio di guerriglia dell’altra notte nei pressi della discarica di Terzigno. Circa 30 camion hanno potuto scaricare l’immondizia nella Sari, grazie anche all’imponente spiegamento di forze di polizia e carabinieri. Ieri sera, invece, la seconda giornata di sversamenti, durata tutta la notte. Se prima dell’accordo tra sindaci e premier i cittadini rimanevano in strada fino alle prime luci del mattino, partecipando ai blocchi e alle proteste, ora l’area del dissenso sembra essersi indebolita, almeno dal punto di vista numerico. Non che i manifestanti siano pochi: sulla discarica restano in centinaia, assiepati dalle parti della Rotonda di via Panoramica, ma il clima dei giorni passati, che ha portato alla violenza e agli scontri, sembra essere mutato. Incendio autocompattatore Non è calata, invece, la puzza che proviene dall’impianto. Anche per questo la tensione resta alta e il malcontento pure. I comitati organizzati non hanno alcuna intenzione di mollare. «Non lasciamo il campo» dice Vincenzo Iandolo del Movimento popolare per la difesa del territorio dell’area vesuviana. Nuove iniziative, dunque, sono allo studio allo scopo di bloccare o almeno rallentare i camion. Chi i camion intende sicuramente rallentarli, ed eventualmente fermarli sull’uscio della discarica se non sono in regola, è il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella. Il primo cittadino ha annunciato che, insieme con gli agenti della polizia municipale, intende effettuare una serie di controlli sui camion diretti allo sversatoio per verificare che gli autocompattatori siano effettivamente provenienti dai 18 comuni dell’area vesuviana, gli unici, in base all’accordo sottoscritto tra i sindaci e Berlusconi, a sversare nella Sari dopo la sua riapertura. Langella ha spiegato anche che tutte le targhe dei mezzi saranno pubblicate sul sito internet del Comune in modo che i cittadini potranno verificare direttamente il rispetto dell’accordo. Sugli autocompattatori potrebbe essere apposto un bollino di riconoscimento mentre il Comune ha chiesto ai comitati vesuviani di indicare una rosa di nomi di persone da affiancare ai tecnici che stanno effettuando rilievi sullo stato ambientale della discarica. Prove tecniche di dialogo, dunque. Ma i comitati coltivano anche un’altra speranza: il sequestro del sito da parte della Procura di Nola, presso la quale da tempo è stato presentato un esposto per l’inquinamento delle falde acquifere. «È imminente un incontro tra i nostri legali e il capo della Procura, Paolo Mancuso - dice Franco Matrone della rete dei comitati vesuviani - al quale spiegheremo le nostre ragioni».

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