Cave dismesse, De Luca insiste: «Vera alternativa agli sversatoi»
Il senatore Enzo De Luca ripete per l’ennesima volta le cifre: «In Campania sono presenti 1501 cave, 264 sono attive, 691 abbandonate e 516 dismesse. Io ne proposi l’utilizzo nel maggio del 2007». Allora era assessore regionale ai Lavori pubblici e a Napoli c’era l’emergenza rifiuti. Oggi De Luca è vicepresidente della vicepresidente della Commissione bicamerale di inchiesta su rifiuti e illeciti e il 9 luglio 2008 aveva ripresentato il progetto con un ordine del giorno approvato dal Senato all’unanimità. Ma mai attuato. Potrebbe essere, invece, la soluzione al rompicapo dell’immondizia, se è vero che il governatore Stefano Caldoro, successore di Antonio Bassolino nella cui giunta De Luca sedeva, sta pensando proprio alle 124 cave subito utilizzabili per sistemare i rifiuti finora in strada. De Luca potrebbe rivendicare il risultato ottenuto, lui del Pd, dal versante dell’opposizione. «Basta polemiche e contrapposizioni. - invece dice - Per affrontare seriamente l’emergenza dei rifiuti nella Regione Campania e riportare alla normalità la gestione del ciclo integrato dei rifiuti occorre alzare il livello di responsabilità». Oggi formalizzerà un disegno per superare la legge 90 e in 10 punti disegnerà il percorso per liberare anche l’Irpinia e il Formocoso dall’incubo di una nuova discarica. Lunedì sarà ad Avellino, per una riunione convocata in via Tagliamento giusto sulla questione rifiuti, martedì andrà a Salerno. «Bonificare le cave abbandonate o dismesse della Campania e valutare l’opportunità di utilizzarle per inerti e rifiuti trattati come soluzione alternativa alle discariche nella fase di risoluzione dell’emergenza rifiuti in corso nella regione», spiega De Luca. «Così si centrano due obiettivi: recupero ambientale dei siti e contrasto alla criminalità organizzata, infiltrata nella gestione del ciclo dei rifiuti in Campania. Il piano per la bonifica è indispensabile. Per risolvere la crisi dei rifiuti serve una visione complessiva del governo, che tenga presenti anche le direttive europee. Senza questo programma complessivo c’è il rischio che, a breve, crisi come quella campana esplodano in altre regioni del Mezzogiorno». Nel suo disegno di legge, Enzo De Luca ribadisce il decreto legge 195 del 30 dicembre 2009 è «del tutto inadeguato ad affrontare in via risolutiva la crisi dei rifiuti della Campania»: «Bisogna rivedere quel decreto, accelerare il completamento dei termovalorizzatori previsti e spingere sulla raccolta differenziata. I Comuni, come ha fatto notare l’Anci e il Pd ha sottolineato più volte, non possono essere estromessi dalla gestione del ciclo integrato dei rifiuti e privati dalla titolarità di riscossione della Tarsu. Basta con gli spot e i proclami: il centrodestra prenda atto del fallimento, delle difficoltà mai risolte e si convinca che serve un cambiamento di rotta radicale». Per De Luca «la provincializzazione è giusta a condizione che non escluda i Comuni: cioè, che agisca responsabilizzando orizzontalmente e non intervenendo in maniera verticale. Né si può credere di chiudere le porte alla camorra escludendo gli imprenditori».