Termovalorizzatore, 15 ore di lavoro al giorno

Sarà realizzato in 30 mesi, come indicato dal governo. Il project manager Di lorenzo: faremo in tempo
23 maggio 2008 - Piera Carlomagno
Fonte: Il Mattino Salerno

«La congruità dei 30 mesi di tempo indicati dal Governo Berlusconi per la realizzazione del termovalorizzatore a Salerno, è direttamente proporzionale alla capacità amministrativa di redigere le carte in tempo. In parole povere: 15 ore di lavoro al giorno, massima semplificazione delle fasi burocratiche, massima attenzione alle procedure». Il project manager Alberto Di Lorenzo non ha dubbi: «Noi pensiamo assolutamente di essere nei tempi. Tutta l'attività che stiamo svolgendo e che ci apprestiamo a svolgere serve anche ad accelerare l'attività del concessionario futuro». E spiega anche come: «L'incartamento che sarà consegnato al concessionario sarà molto corposo soprattutto sotto il profilo ambientale perché è sotto questo profilo che il progetto soggiace al più alto numero di autorizzazioni. E questo sarà fondamentale per il soggetto che verrà scelto». L'idea è di convocare addirittura una conferenza di servizio istruttoria per acquisire preliminarmente tutti i pareri necessari e avere prima del tempo un via libera formale. «Ecco perché - dice Di Lorenzo - i 30 mesi sono congrui, perché si tratterà poi di redigere un progetto definitivo su un preliminare estremamente spinto. Infine c'è da tener presente che la costruzione di un impianto industriale non va oltre i 24 mesi». Per amore dei tempi ridotti all'osso, il sindaco De Luca ha anche rinunciato alla firma dell'urbanista Frank Gehry, che avrebbe fatto del termovalorizzatore un'opera architettonica da visita turistica. Sarà ora il concessionario ad indicare uno o più progettisti sui quali il Comune darà un sub-punteggio. L'obiettivo è arrivare a luglio con il conferimento dell'appalto dell'opera. Quanto alla procedura di affidamento si guarda alla trattativa privata anche se non si tratta di un vincolo obbligatorio. Questo era già previsto nel decreto di conferimento dei poteri commissariali al sindaco da parte dell'ex presidente del Consiglio Prodi. Il Comune, secondo Di Lorenzo, avrebbe scelto la procedura ordinaria perché valutata la più aderente al principio della libera concorrenza e la più compatibile con i tempi rapidi. Intanto, ieri mattina sono andati a definizione i ricorsi al Tar. Respinto quello presentato dal Comune di Giffoni Valle Piana che contestava la localizzazione territoriale dell'impianto: «È stata scelta un'area già inquinata dall'altro inceneritore e dalle discariche di Ostaglio, Sardone, Parapoti e Colle Barone, dalle fonderie, da autostrada e tangenziale e sulla quale grava il pericolo della centrale termoelettrica - aveva detto il sindaco Gerardo Marotta - Quell'area agricola è arricchita da necropoli e strade romane, produce oli, mele, nocciole e latticini di altissima qualità». Accolto, invece, quello della multinazionale francese Veolia, che contestava l'illegittimità della propria esclusione dalla preselezione operata dal Comune. Veolia era stata depennata per la mancanza di un requisito posto dall'amministrazione comunale nel bando, cioè la necessità che l'impresa che verrà scelta diventi essa stessa progettista dell'impianto. Veolia ha invece affidato il compito ad una società terza. Ora la società francese rientra in gara accanto alle due ditte già selezionate: 2A2, che raccoglie società pubbliche specializzate nel campo di Brescia e Milano, e l'emiliana Hera. Il rientro in gioco di Veolia non inciderà sulla tempistica.

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