I pm setacciano i computer del Consorzio rifiuti
Da un lato le proteste dei dipendenti per la mancata corresponsione delle spettanze, dall’altro l’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere cooordinata dal Procuratore Corrado Lembo e condotta dai sostituti procuratori Donato Ceglie, Silvio Marco Guarrielo, Antonella Cantiello. Nella bufera il Consorzio Unico per i rifiuti delle province di Napoli e di Caserta. E precisamente l’attività di tale ente negli ultimi cinque anni. I magistrati, sulla scorta di una serie di esposti provenienti anche da parte di organi istituzionali, hanno aperto un’inchiesta nella quale si ipotizzano i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, peculato, interruzione di pubblico servizio e sabotaggio. L’inchiesta ha condotto nei giorni scorsi al sequestro, da parte degli uomini della Guardia di Finanza di Caserta, di una serie di documenti presso la sede di Corso Giannone a Caserta e le sedi delle varie articolazioni. Ora anche i computer in uso agli uffici amministrativi e ai dirigenti sono stati posti sotto sequestro e verrà affidata una perizia ad un esperto per valutante il loro contenuto in ordine alle ipotesi di reato. D’altronde, come sarebbe già emerso, non sono stati presentati i bilanci relativi agli esercizi 2008 e 2009. La ricostruzione servirà anche a verificare l’effettiva situazione debitoria ma anche creditoria del consorzio. Gli anni presi in considerazione non sarebbero soltanto gli ultimi due, in pratica quelli della liquidazione, ma quelli che partono dal 2005. Insomma un quinquennio di attività sarebbe sotto analisi. Un’analisi che richiede tempo ma che potrebbe riservare sorprese. A essere monitorati, ovviamente, tutti i documenti e registri contabili, vale a dire i libri giornale, i libri magazzino, i libri mastro, i pagamenti e i contratti stipulati con i fornitori. L’attenzione è focalizzata anche sui pagamenti da parte dei Comuni, aderenti al consorzio, e, dunque, sulle somme incassate dall’ente consortile. Un flusso ricostruibile anche monitorando i conti correnti. Sembra, tra l’altro, ma l’indiscrezione al momento è in attesa di conferme, che la situazione debitoria del consorzio per il 2008 ammonti a cento milioni, debiti, però, in parte ammortizzati dai crediti. Nel mirino, a quanto pare, anche le consulenze e le promozioni a pioggia e, in qualche caso, i compiti assegnati a una parte del personale. L’inchiesta della Procura di Santa Maria si intreccia anche con le verifiche in atto da parte della commissione parlamentare bicamerale sulle Ecomafie e sul Ciclo dei rifiuti. Quindici giorni fa c’è stata un’audizione del procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Corrado Lembo (accompagnato dai pm Donato Ceglie, Silvio Marco Guarriello e Antonella Cantiello). La convocazione di Lembo si inserisce in un supplemento di acquisizioni del dossier Campania che la commissione ha ritenuto di dover ampliare alla luce degli ultimi episodi: la recrudescenza criminale nello smaltimento illecito e i disordini legati all’utilizzo delle discariche e alla tenuta del piano per la gestione del ciclo integrato nonché per la conclusione definitiva dell’emergenza. Fatto è che la commissione ha deciso di secretare più del 70 per cento degli atti scaturiti dall’audizione: si tratterebbe di informazioni relative a inchieste tuttora in corso non solo su illeciti nello smaltimento dei rifiuti e sul coinvolgimento di organizzazioni camorristiche, ma anche su questioni relative alla contabilità di imprese e società operanti nel settore, che hanno avuto e hanno tuttora rapporti con enti pubblici. Per non parlare, poi, della disastrata situazione economico-finanziaria del Consorzio unico, aggravata dalla certificazione di carriere-lampo per alcuni dirigenti, premi di produttività e scatti di anzianità che hanno fatto lievitare i costi di gestione.