«Nessuna discarica in Irpinia, aspettiamo l’impegno scritto»

I Sindaci: "ora atti concreti"
Legge 90, slitta ad oggi l'incontro tra Romano e Bertolaso
2 novembre 2010 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino Avellino

Tra attesa e speranza. Andretta e gli altri Comuni dell’Alta Irpinia attendono la concretizzazione degli impegni assunti dall’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano, con la cancellazione del sito di Pero Spaccone - unitamente a quelli di Cava Vitiello e Valle della Masseria - da quelli individuati come sede di discarica dalla legge 90 del 2008. Il percorso - per ottenere un risultato che dalle comunità della zona viene già definito storico - comincerà questo pomeriggio quando arriverà a Napoli - con 24 ore di ritardo rispetto al programma - il capo della protezione civile Guido Bertolaso. «Provvederemo - spiega Romano - a fare il punto della situazione e verificare tutti i casi, a cominciare dai problemi di abbancamento presso il sito di Taverna del Re a Giugliano, fino al sovraffaticamento degli Stir, gli stabilimenti di tritovagliatura ed imballaggio dei rifiuti, ex Cdr, a causa delle difficoltà negli smaltimenti». Una situazione che non coinvolge l’impianto di Pianodardine dove, anzi, nell’ultimo periodo vengono lavorate quantità di immondizia assai limitate. Negli ultimi giorni della scorsa settimana sono usciti dallo Stir irpino - in direzione della discarica di Pustarza a Savignano - solo tre compattatori al giorno, carichi di appena novanta tonnellate di immondizia. Oggi - nel corso dell’incontro tra Romano e Bertolaso - si discuterà anche della necessità di riaprire, in tempi brevissimi, la discarica di Cava Sari a Terzigno. Un obiettivo che appare tutt’altro che agevole, soprattutto in considerazione della ripresa dei presidi di cittadini nelle zone prossime allo sversatoio. A riguardo, Romano mostra quasi una sensazione di fastidio. «Capisco tutto - aggiunge - ma non possono esserci ulteriori proteste, visto che sono state accolte tutte le richieste provenienti da amministratori e manifestanti». La riapertura di Cava Sari rappresenterebbe, però, solo una valvola di sfogo per quell’area. Ma il problema dell’autonomia della provincia di Napoli resta. «Dobbiamo cercare - chiosa l’assessore regionale - una strategia diversa: siamo disponibili a valutare qualunque soluzione ma, allo stato, l’unica praticabile appare quella di chiedere ai comuni dell’area Nord di Napoli di attrezzarsi per risolvere temporaneamente il problema e a riguardo è già trapelato che alcuni enti si stanno interrogando su questa eventualità. Pur con il presupposto di non intendere la provincializzazione come vincolo rigido, infatti, non è praticabile l’ipotesi di scaricare su altre province le difficoltà del napoletano». Ad Andretta e nei Comuni immediatamente a ridosso dell’altopiano del Formicoso, la possibilità di veder cancellare il sito di Pero Spaccone dalla legge 90 ha provocato una misurata soddisfazione. Non che ci si aspettasse un risultato migliore, ma amministratori e cittadini della zona vogliono attendere - dopo anni di promesse non mantenute - la concretizzazione degli impegni assunti per mettere da parte tensioni e timori e tirare - dopo quindici anni di battaglie - un sospiro di sollievo. «Le dichiarazioni dell’assessore Romano - dice il sindaco di Andretta, Angelantonio Caruso - sono state accolte positivamente, ma aspettiamo che gli impegni assunti si tramutino in atti concreti prima di poter considerare acquisito un risultato importante. Nei prossimi giorni chiederò la convocazione di un incontro all’esponente dell’esecutivo regionale con delega all’ambiente per ottenere direttamente da lui rassicurazioni sulla salvaguardia del Formicoso».

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