"Discarica, si sperpera denaro pubblico"
Si susseguono le trasmissioni televisive in cui si fa il punto sull’emergenza rifiuti in Campania e si affrontano le problematiche relative alla discarica di Terzigno, questa attenzione mediatica per la località partenopea, spinge Nicola Colangelo, presidente del Codisam, a chiedere che si mantenga alta la tensione e l'interesse anche per il mega invaso di Sant’Arcangelo Trimonte, e a denunciare inoltre, il protrarsi del ritardo nell’attivazione della raccolta differenziata. L'accordo tra Provincia e Regione che esclude il conferimento dell’immondizia proveniente da Napoli nella discarica di località Nocecchia non azzera o risolve la questione e non rende tranquilla la popolazione. Il presidente del Codisam si chiede perché continua in Campania lo sperpero di denaro pubblico, perché non parte una raccolta differenziata seria, capace di «normalizzare» la situazione e come mai il sistema di governo «lobbistico» proceda nella deroga di ogni norma di legge.
Colangelo, in una nota descrive minuziosamente la situazione di allarme in cui versa il mega invaso di località Nocecchia, che riempito di rifiuti in questi anni sta franando, ed è evidente che la Daneco per arginare il pericolo ha dovuto costruire 3 palificate in cemento armato, «non posso non contestare - dice Colangelo - lo sperpero dei soldi pubblici utilizzati per mettere a norma un sito con queste criticità, mi chiedo inoltre, come sia possibile che servano ancora 18 milioni di euro per realizzare una quarta palificata». Una situazione, che al presidente del comitato «Salute e Ambiente» di Sant'Arcangelo risulta essere effettivamente anomala, soldi che necessitavano di un utilizzo migliore, più utili sicuramente per far partire la raccolta differenziata in Campania che per la costruzione di palificate, in questo modo secondo il battagliero Colangelo si sarebbe evitata una tragedia che va avanti da 16 anni, che è fatta di continui scavi e buche nel terreno, costruendo discariche illegali o inceneritori di dubbia tecnologia.
«Se avessero smaltito i rifiuti - spiega nella nota Colangelo - così come hanno smaltito i soldi degli italiani in questi 16 anni di inventata, voluta, imposta e disonesta emergenza rifiuti, non solo la Campania, ma l'Italia intera sarebbe il giardino dell'Europa, in questi anni nessuno infatti, ha pensato di diminuire la produzione dei rifiuti con l'unico mezzo ormai collaudato e strautilizzato nel resto del mondo, ossia la raccolta differenziata. C'è bisogno di una nuova visione dei rifiuti orientata alla sostenibilità ambientale e al recupero dei territori compromessi, attraverso una raccolta differenziata estrema, finalizzata al riciclo totale della materia, senza l'utilizzo di impianti inquinanti». Colangelo indica anche la strada da percorrere per uscire al più presto dall’emergenza e far si che la Campania torni ad essere una regione «normale»: partire da una economia basata sulla diminuzione degli imballaggi, coinvolgere, inoltre, le aziende agricole nel processo di smaltimento, dato che potrebbero dare un grosso contributo, accorciando la filiera del riciclo del materiale organico, nonchè favorire il riadeguamento degli impianti di Cdr.