Serre, c’è sfiducia: pochi al corteo Cornetta: «Abbiamo già dato»
Serre. «Basta rifiuti. Serre ha già dato». Lo dicono gli striscioni, e c’è chi questa frase se l’è fatta incollare sulle spalle. E’ il grido della nuova mobilitazione che vede come scenario il paese degli Alburni. Opposta è la richiesta che arriva da Bertolaso: «Per mettere in sicurezza Macchia Soprana ci dobbiamo aggiungere altri rifiuti, almeno 100 mila tonnellate». Altre parole usa Cirielli in una delle sue dichiarazioni: «Macchia Soprana deve rimanere aperta per i due anni che ci occorrono per costruire il termovalorizzatore a Salerno». In mezzo c’è la maggioranza silenziosa di agricoltori e pensionati che non riescono a capire a chi credere, e soprattutto perché. Qualche polemica di troppo sull’indennizzo a favore del comune ha fatto il resto nonostante oggi in cassa sia arrivato poco, rispetto a quanto scritto negli accordi. E’ un fatto che la marcia non ha fatto registrare la partecipazione che ci si attendeva. Ad occhio e croce un terzo del corteo era composto dalle venticinque fasce tricolori, gli agricoltori di Coldiretti, Cia e l’Altragricoltura, un gruppetto di Legambiente. Ci sono i sindaci ti tutti i comuni degli Alburni, del Sele oltre che del Cilento. No, la gente di Serre questa volta non è accorsa numerosa all’appello lanciato dal sindaco Palmiro Cornetta. Handicap oggettivi: troppo lungo ed in pendenza il percorso, un po’ di freddo e la pioggia che minacciava. «Che possiamo noi di fronte alla cose che sono capaci fare a Terzigno?», dice Maria che marcia con una decina di signore armate di un grande striscione. E Palmiro Cornetta: «Cirielli, Celano e Gagliano presentarono un esposto alla Procura per dire che Macchia Soprana non doveva essere aperta. Perché adesso gli va bene?». E aggiunge: «Chi vuol riempire all’inverosimile Macchia Soprana con oltre un milione di tonnellate di rifiuti sta scientemente preparando l’emergenza Sele. Lo hanno notato anche gli eurodeputati venuti qui che questa apocalitica massa di rifiuti prima o poi scivolerà nel fiume con effetti impensabili sulla vicina diga di Castrullo. Basta, adesso se ne devono andare e lasciarci tranquilli. Questa volta avranno le barricate».