Ritorno a «Biùtiful cauntri»: così ci negano la speranza

Ieri frutteti, oggi ecoballe. Viaggio tra le anime della rivolta
2 novembre 2010 - Gigi Di Fiore
Fonte: Il Mattino

Giugliano. Carte e buste di plastica, simili ad uccelli surreali, svolazzano su Taverna del Re. Il vento ci mette la sua e trasforma questa cittadella dei rifiuti indistinti in un cielo di residui da monnezza che, complice un telo inadeguato, decollano dall'area dove sono stati sversati negli ultimi due giorni. E invadono campi distanti, inondano la rotonda San Francesco. Il ritorno al passato, in un pomeriggio festivo, ha anche l'immagine di una lunga coda di auto bloccate alla rotonda. Dopo la mattinata di incidenti, qui arrivano in trecento. E il traffico va in tilt. La protesta supera la rassegnazione e in giro si vedono anche volti di giovani sconosciuti, mai comparsi nelle prime quattro giornate di pacifiche manifestazioni contro il nuovo arrivo degli autocompattatori da Napoli. Taverna del Re proprio come due anni fa. Questo scherzo dell'uomo, che ha trasformato un'area ancora accatastata come agricola in uno dei più grossi siti di stoccaggio rifiuti d'Italia, si mostra ancora in tutta la sua forza del paradosso. Due parti ancora sotto sequestro giudiziario, tra i comuni di Giugliano e Villa Literno, una terza presidiata da guardie giurate. Dentro, le piramidi da dodici strati per sei milioni di tonnellate di monnezza di ogni genere. Compressa in balle cubiche, impregnate di miasmi acri e maleodoranti che, di tanto in tanto, auto con cannoncini a bordo cercano di impreziosire spruzzando misture chimiche. Sono i «deodorizzatori». La pedana dodici è in mezzo a questo paesaggio da blade runner. Lì in un mese dovranno essere scaricate settemila tonnellate di immondizia di ogni genere. Rifiuti «tal quale», dicono gli esperti. Che poi è come dire, non trattati e incontrollati. Due anni fa, da una ecoballa spuntò persino una testa di mucca. Ora arriva spazzatura che ristagna da giorni per le strade napoletane. «La speranza di rialzarci ci viene negata», ripete Lucia De Cicco che tutti chiamano la «pasionaria» perché si diede fuoco due anni fa per impedire il passaggio dei camion di rifiuti. Nel gazebo protetto da un ombrellone quadrato, proprio all'inizio del viale sterrato che arriva alla grande area di Taverna del Re, le facce sono quelle del 2008. Sono i comitati di protesta, un insieme di dodici associazioni che vanno da Legambiente ai grillini, ai gruppi locali. C'è ancora Pina Elmo della rete campana salute e ambiente; ci sono Salvatore Napolano, Tilde Adamo, Mimmo Di Gennaro. E naturalmente anche Raffaele Del Giudice, uno degli autori del famoso film-denuncia «Biutiful cauntri». In lui il disincanto è diventato filosofia di vita. Esibisce l'ordinanza firmata dal presidente della Provincia, Luigi Cesaro. C'è un passaggio, che sembra legittimare le proteste violente. Dice che si è deciso di sversare i rifiuti a Giugliano perché «presso la discarica Cava Sari di Terzigno è stato ostacolato da manifestazioni di protesta che hanno impedito il regolare conferimento». Proteste definite «criticità». «Non so se esiste ancora spazio per l'indignazione in questo territorio - commenta Raffaele Del Giudice - Di certo si porta spazzatura su un'area destinata ad assicurare sicurezza antincendio a Taverna del Re. Non è assurdo?» Taverna del Re grande deposito di immondizia, ma anche insostituibile cassaforte per la Fibe. Le ecoballe sono considerate, quando saranno bruciate in qualche termovalorizzatore, fonti di energia rinnovabile finanziate dall'Ue. Per ottenere fiducia dalle banche, la Fibe diede così in garanzia anche queste piramidi di monnezza. Ecco perché le guardano a vista i vigilantes privati. C'erano una volta frutteti, c'era una volta la «Masseria del Re - Lo Presti». Oggi è tutto un esproprio ai contadini, che non hanno ancora intascato il corrispettivo dallo Stato. «È una polpetta avvelenata che si rimangia gli impegni di due anni fa», commenta Francesco Barbato dell'Idv. Accorrono in tanti, anche le «mamme vulcaniche» di Terzigno, a dimostrare che non c'è guerra tra poveri. «Terroristi della menzogna», dice un cartello che accomuna Bassolino a Berlusconi e Bertolaso. Un anziano stringe un foglietto: «Se questa è giustizia, Cicciolina è vergine». L'ironia per non piangere.

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