Ricorsi e cortei per dire no a Luminosa
Nessuna punto di svolta, ma un’utile riunione tattica il vertice di ieri a palazzo Mosti sul caso Luminosa: se non altro chi c’era (assenti i rappresentanti del centrodestra con l’eccezione del senatore Izzo, ma Viespoli ha fatto comunque sapere di essere contrario all’impianto) ha potuto confrontarsi sulle iniziative da mettere in campo per ostacolare in ogni possibile modo civile l’insediamento della centrale a turbogas a Ponte Valentino, e stabilire, in linea di massima, i prossimi passi da fare. Azioni legali, innanzitutto, per impugnare i pareri ministeriali e le delibere regionali che, per citare il sindaco Fausto Pepe, hanno impresso una incomprensibile accelerazione alla realizzazione della struttura, scegliendo invece di soprassedere sulla centrale altrettando contestata di Flumeri. Ma anche iniziative dimostrative, che facciano comprendere con chiarezza qual è il sentimento della popolazione rispetto ad un impianto percepito come rischioso per la qualità dell’ambiente e quindi per la salute pubblica e, stando almeno a quanto sostengono gli addetti ai lavori, neanche particolarmente conveniente sotto il profilo economico. «Non è un impianto di cogenerazione - snocciola in proposito il primo cittadino - e quindi non potrà fornire calore alle imprese operanti a Ponte Valentino, che peraltro non sono neanche interessate a questa possibilità essendo essenzialmente aziende agroalimentari. E poi, per citare solo un altro aspetto critico, il depuratore consortile è inadatto a trattare gli scarichi di un impianto come quello previsto da Luminosa». Queste argomentazioni, insieme a tutte le altre motivazioni che inducono le istituzioni locali a dire no alla centrale, saranno sintetizzate in un documento che, all’inizio della settimana, sarà inviato, spiega Pepe, ai parlamentari, al Governo, alla Regione, insomma a tutti i centri decisionali. Una impostazione pienamente condivisa dal parlamentare del Pd Costantino Boffa, che spiega: «Con l'incontro al Comune abbiamo ribadito il no all’insediamento della centrale; una volontà chiara, già più volte espressa, che ora sarà formalizzata in un documento condiviso da quanti hanno presto parte al tavolo istituzionale convocato dal Comune di Benevento e dal quale dovranno scaturire iniziative da portare avanti, in parlamento e nelle sedi regionali, tese a scongiurare la realizzazione dell’impianto. La realizzazione di un’opera - aggiunge Boffa - può avvenire soltanto attraverso un percorso di concertazione e condivisione territoriale. Nel caso della Luminosa non solo è mancata la condivisione ma è sempre apparsa piuttosto chiara una contrarietà netta da parte del Comune, della Provincia di Benevento, della Camera di Commercio, dei rappresentanti istituzionali in parlamento e in regione, e della società civile». Ma per Roberto Capezzone, capogruppo del Pdl al Comune di Benevento e vicario provinciale del partito, «Cercare di addossare al Pdl la responsabilità dell’insediamento Luminosa è un inganno che i beneventani hanno già scoperto e che non regge assolutamente. Il consigliere regionale Del Basso De Caro ed i suoi sodali del centrosinistra hanno omesso artatamente di dire che l’insediamento è stato avviato quando al governo regionale c’era Bassolino ed il centrosinistra; che la valutazione di impatto ambientale favorevole è stata data da una commissione nominata dalla giunta di centrosinistra, che tutte le procedure tecniche sono state effettuate con dirigenti regionali nominati dal centrosinistra, che all'Area Sviluppo Industriale di Benevento le procedure per l'assegnazione dei suoli sono state eseguite da commissari nominati da Bassolino e che le linee di indirizzo del Piano Energetico Ambientale della Regione sono state varate nella scorsa legislatura guidata dal centrosinistra». Detto questo Capezzone ribadisce la contrarietà del Pdl alla centrale