«Rifiuti, no a provvedimenti antidemocratici»

I primi cittadini dell'Alta Irpinia si oppongomo con forza all'ipotesi di una discarica nel Formicoso
23 maggio 2008 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino Avellino

Manca l'ufficialità. Ma è più di un'indiscrezione. Quasi una certezza: in Irpinia aprirà una seconda discarica oltre al sito di Pustarza a Savignano. L'area per la realizzazione dello sversatoio resta quella del Formicoso, tra i comuni di Vallata, Bisaccia ed Andretta. Ma non si esclude la possibilità, ventilata ieri nel capoluogo partenopeo, come conferma la presidente De Simone che nel pomeriggio ha partecipato a Napoli ad un vertice politico, che il Governo possa aver autorizzato, riprendendo il piano Bertolaso, la riapertura dei vecchi impianti, tra cui Difesa grande ad Ariano. «Ma continuiamo - evidenzia la presidente - a non avere alcuna certezza». Quella di ieri è stata una giornata di tensione per i cittadini dell'Alta Irpinia. Contatti febbrili per gli amministratori che hanno provato ad ottenere certezze, sperando in una smentita. «Abbiamo vissuto - evidenzia in serata il sindaco di Andretta Caruso - una giornata estenuante, carica di apprensione. Siamo assai amareggiati per quanto potrebbe accadere sul nostro territorio. Non capiamo i motivi per i quali in Irpinia dovrebbero sorgere due discariche: a pagare sono sempre i più deboli, anche dal punto di vista politico». Il primo cittadino non manca di rivolgere qualche critica al decreto del nuovo Governo, «ma non solo perché potremo essere coinvolti direttamente». «Non voglio fare il populista - continua Caruso - ma non si può pensare che la gente non possa manifestare in difesa del proprio territorio. La militarizzazione è un'offesa alle nostre popolazioni». Andretta, unitamente ai comuni limitrofi, ha già vinto la battaglia per evitare la costruzione di uno sversatoio in loco. L'area individuata era quella di Pero Spaccone, «in cui oggi sorge un insediamento eolico e a poche decine di metri verrà costruita la centrale della Terna». All'epoca, la gente si attivò per difendere il territorio dall'invasione della monnezza napoletana, fino a sventare la minaccia nel lontano 1999. Luciano Di Paola era uno di quelli che il sindaco di Bisaccia Arminio definisce «capipopolo». Oggi gestisce il pub «Masaniello's», così chiamato proprio per rievocare quelle giornate di lotta. «Teniamo in costante osservazione - evidenzia - il nostro territorio per evitare visite a sorpresa. Il piano del nuovo Governo non è condivisibile: la gente reagirà in maniera ancora più determinata. Del resto, bisognerebbe scegliere quale libertà perdere». La decisione di una «militarizzazione» dei siti e dei territori non è piaciuta neanche alla presidente De Simone. «Sarebbe stata comprensibile - evidenzia - per fronteggiare la camorra o la criminalità organizzata. Non certo la nostra gente, abituata al dialogo e al confronto». Critiche al comportamento del Governo anche da parte del sindaco di Vallata Casarella. «Non c'è dialogo - afferma -. Un tentativo, però, bisognava farlo, non si possono maltrattare a questa maniera le persone civili. Reagiremo comunque in massa: non possono arrestarci tutti». Il sindaco traccia già le strade della possibile reazione ad una individuazione del Formicoso. «Dobbiamo portare avanti - spiega - un'opposizione tecnica e legale. Un provvedimento del genere è ammissibile nelle zone che vivono questo problema, diversamente dalle nostre che ne sono immuni. Per questo vedo un certo profilo di incostituzionalità del Decreto». Amministratori e cittadini sono pronti ed in allerta. «Sentinelle» saranno dislocate sul territorio per avvistare l’arrivo dei militari. «Se lo stato agisce in maniera antidemocratica - dichiarano in molti - non può non aspettarsi la stessa risposta da parte delle popolazioni».

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