«Spero di tornare a Napoli voglio lavorare per la mia terra»

L'autrice della ricerca "Mi interssa approfondire la patologia dei bambini"
31 ottobre 2010 - lu.ro.
Fonte: Il Mattino

«Mi piace fare qualcosa per la mia terra». Lavora e studia a Londra già da 4 anni. Napoletana di Mergellina, Carla Guerriero di anni ne ha appena 26 e lontana da casa ci sta per necessità più che per scelta. Perché il sogno è quello di tornare a Napoli.
La Guerriero è autrice di uno studio che sta facendo il giro del mondo perché attualissimo. Ne viene fuori che spendendo 243 milioni si potrebbero bonificare i siti inquinati dalle discariche.
Come è cominciata l’avventura? «Mi sono laureata alla Federico II in Economia delle imprese internazionali ho fatto un master alla London School of economics mi hanno ritenuta brava e sono rimasta lì».
Sembra facile, ma davvero è andata così? «La tragedia dei rifiuti della Campania e della mia città vista da lontano fa ancora più male. Sembra che noi esportiamo solo spazzatura. Ecco io ho voluto dimostrare che i napoletani sono ben altro. Mi auguro che questo studio aiuti la mia terra e spinga chi di dovere a fare le bonifiche».
Uno studio complicato vista la sua giovane età. «Mi sono laureata alla Federico II con 110 e lode e il mio professore, Riccardo Martina, è un luminare. Mi ha sempre interessato il legame tra ambiente ed economia».
A cosa sta lavorando adesso? «Intanto sto facendo il dottorato alla London School. Poi sto collaborando a un lavoro per la valutazione economica e il ”crash 2 trial” per la somministrazione dell’acido tranexamico a pazienti che hanno subito un trauma con emorragia in atto. È il più grande studio multinazionale fatto a pazienti affetti da trauma, più di ventimila in tutto il mondo».
Con l’Italia ha proprio chiuso? «Sto collaborando l’istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa per fare uno studio simile a quello fatto per la Campania ma puntato su Gela e Priolo dove c’è l’inquinamento da raffinerie».
Nel suo studio campano si fa riferimento alle malformazioni che colpiscono i bambini. Può essere più precisa? «Da quando ho pubblicato questo studio ho ricevuto manifestazioni di interesse da tutto il mondo. Ma sui bambini voglio fare qualcosa in più. Prima di dare numeri sto lavorando a un questionario da distribuire a tutti i bambini delle province in questione per chiedere loro cosa pensano della loro qualità della vita a livello ambientale. Ultimato questo step spero di potere pubblicare i risultati magari non solo per una scuola di Londra».

 

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