Terzigno, corteo e tensioni in piazza salta il collegamento con Berlusconi
Salta il collegamento con Silvio Berlusconi, ma non il corteo dei comitati antidiscariche al grido «Bertolaso non ci freghi». Il premier aveva annunciato l'intenzione di rivolgere un messaggio alle popolazioni vesuviane, poco dopo la firma del documento che esclude l'apertura del secondo sversatoio nel Parco Nazionale del Vesuvio. Ieri pomeriggio, tuttavia, la macchina organizzativa non si è messa in moto, soprattutto perché i sindaci dei quattro comuni su cui insistono le cave Sari e Vitiello (Terzigno, Boscoreale, Boscotrecase e Trecase) non hanno partecipato alla manifestazione. La piazza era invece gremita degli oltranzisti del no, quelli che non si accontentano della decisione di cancellare cava Vitiello ma vorrebbero anche lo stop degli sversamenti alla Sari. A manifestare a Boscoreale anche una fitta rappresentanza dei disoccupati napoletani del «progetto Bros», protagonisti nei giorni scorsi di proteste spettacolari e violente nel capoluogo. Si è voluto, insomma, evitare di esporre il premier al rischio di contestazioni e strumentalizzazioni. In realtà, il discorso del premier pare sia stato solo rinviato: «Abbiamo intenzione di celebrare una messa che inauguri un nuovo corso con la fine della guerriglia, in quell'occasione intendiamo programmare anche l'intervento di Berlusconi – ha detto il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella – le nostre richieste sono state soddisfatte. Speravamo che, dopo l'accordo di venerdì sera, questa manifestazione di protesta si trasformasse in una festa. Ma c'è chi punta alla strumentalizzazione». Ed è proprio la data della fine delle contestazioni ad essere ancora incerta. Se i manifesti apparsi ieri mattina sulle mura delle città recitano: «È fatta, Cava Vitiello non si apre. Una grande vittoria per tutti noi e per i nostri figli», una parte della popolazione non è particolarmente fiduciosa. Vogliono che le intenzioni espresse nel documento firmato in Prefettura vengano convertite in legge e chiedono la chiusura della prima discarica, la Sari. Così, oltre 5mila persone sono confluite, ieri sera, alla rotonda della via Panoramica del Vesuvio, il luogo dei sit-in pacifici ma anche di violenti tafferugli con le forze dell'ordine, avvenuti nelle ultime due settimane. I cittadini in corteo sono partiti da Boscoreale e Terzigno, da Boscotrecase e Torre Annunziata ma anche da Acerra, Giugliano e Serre. Poi da Napoli, come si diceva, sono arrivati anche i disoccupati definiti «Precari progetto Bros». Hanno distribuito volantini e intonato slogan contro l’assessore regionale al Lavoro Severino Nappi, la magistratura e le forze dell'ordine, colpevoli a loro detta di aver confermato 8 dei 13 arresti per un episodio di guerriglia urbana. Infine è arrivata anche una piccola delegazione del Popolo Viola da Torino, munita di bandiere «No Tav». Nella sfilata per le strade ai piedi del Vesuvio è avvenuta così una singolare fusione tra varie forme di dissenso. Tuttavia c'erano anche persone e gruppi soddisfatti dell’accordo siglato venerdì. Per esempio, le «mamme vulcaniche» che ritengono la promessa della non apertura della cava Vitiello un risultato acquisito e chiedono maggiore impegno nella raccolta differenziata. Un appello fatto anche dal sindaco di Terzigno, Domenico Auricchio:«Adesso dobbiamo impegnarci con il porta a porta».