Il premier ai familiari dell’operaio morto «Vi aiuterò anche a telecamere spente»

Portici blindata per il rito
Il parroco: "Una tragedia nata dal senso del dovere"
30 ottobre 2010 - Pietro Treccagnoli
Fonte: Il Mattino

Portici. Un blitz di mezz’ora per provare a cambiare di segno i discorsi che si affollano attorno a lui, per mostrare il volto dell’uomo del fare, dei miracoli della monnezza, della solidarietà umana e non quella del «bunga bunga». Silvio Berlusconi ieri sera, prima dell’incontro in Prefettura a Napoli, s’è precipitato a Portici, a casa della famiglia del povero operaio dell’Asia, Silvano Di Bonito, morto domenica scorsa nello Stir di Giugliano, schiacciato da un braccio meccanico, ad appena 49 anni. Nella casa del parco del Sole, in via della Libertà (mai nome è stato così azzeccato) il premier è arrivato accompagnato dal sottosegretario Guido Bertolaso e dal sindaco Vincenzo Cuomo. S’è trattenuto a lungo, Berlusconi, abbracciando la signora Luisa Battaglia e i figli, Enrica e Alessandro, parlando della morte della «persona più cara che ha avuto», il padre Luigi, e promettendo che resterà vicina alla famiglia Di Bonito, l’abbandonerà e che anzi tornerà con più calma. «Vi sarò vicino anche quando le telecamere si saranno spente» ha detto «mi informerò costantemente sulla vostra vita». Un blitz che ha mandato in tilt la città, blindandola e bloccando gli automobilisti in imbuti di traffico. In mattina c’era stato il funerale dell’operaio, nella chiesa di Santa Maria della Salute. Insieme a parenti e amici, è arrivata una folta delegazione di lavoratori dell’Asia, accompagnati dal direttore, Daniele Fortini, e, tra le autorità, hanno partecipato il sindaco di Portici con la fascia tricolore, il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino e soprattutto il sottosegretario Guido Bertolaso. Sulla bara, che poi alcuni colleghi di Silvano hanno voluto portare fuori in spalla, una foto e due fasci di rose rosse. Il parroco, Domenico Noviello, commentando un passo evangelico di san Paolo, ha ricordato come questa tragedia sia nata dal grande senso del dovere. Quella domenica maledetta, che coincideva con l’anniversario del suo matrimonio, Di Bonito non doveva lavorare, ma è andato lo stesso a Giugliano a dare una mano per liberare città e provincia dalla monnezza. E lì ha trovato la morte. «Silvano» ha commentato il sindaco Cuomo «rappresenta quel Sud laborioso e dedito al lavoro che lascia un esempio forte per Portici». Gli ha fatto eco la Iervolino: «Saremo vicini a questa famiglia, vedremo di cosa hanno bisogno». E ha promesso: «Napoli non è un Comune ricco, ma certamente se i ragazzi avevano intenzione di andare all’Università e non ce la fanno, ci penserà il Comune». Il lungo corteo s’è snodato lungo le strette stradine di Portici, passando anche davanti alla casa dell’operaio, dove c’è stato un lungo applauso. Poi, davanti alla stazione della Circumvesuviana il corteo s’è sciolto. Bertolaso ha abbracciato a lungo la signora Luisa e i ragazzi. «Gli siamo molto vicini» ha commentato, poi, con amarezza. «Sono situazioni che non vorremmo vai vivere». Silvano è una vittima dell’emergenza? «No, è una vittima del dovere» ha replicato secco il sottosegretario. E prima dell’incontro in Prefettura s’è provato a capire a che punto sia la notte della monnezza napoletana. Ce la farete nei tre giorni promessi? «Sì, stiamo lavorando bene». Ma molte strade del centro, via Marina, per esempio, sono ancora stracolme di montagne di sacchetti e di rifiuti ingombranti. «Ci stiamo concentrando sulle periferie» replica Bertolaso. E le proteste di Giugliano? «C’è stato un errore d’informazione. È un trasferimento temporaneo». Ma a Portici, il sottosegretario non è venuto meno a quello che sembra un ordine di scuderia e ha attaccato la trasmissione di Michele Santoro, alla quale ha partecipato l’altra sera. «Sono qui oltre che per rendere omaggio a Silvano Di Bonito» ha detto «anche per chiedere scusa alla famiglia per la vignetta orribile che abbiamo tutti visto durante ”AnnoZero”». E ha aggiunto: «Una trasmissione pacata, serena, di confronto. Ringrazio Santoro per aver contribuito a far sì che ci sia data un’informazione corretta, ma non posso accettare quella che è stata la vignetta che riguardava questo lavoratore. La satira va benissimo, la accettiamo, ma questo è sciacallaggio». La redazione di «AnnoZero» però, rompendo l’«abituale riservatezza» ha ricordato che «Vauro non ha dedicato nessuna vignetta all’operaio morto».

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