Blocchi e proteste, duemila tonnellate in strada
Arrivano i rinforzi da Roma: Ama, l’azienda che si occupa di rifiuti nella capitale, offrirà il suo contributo per fronteggiare l’emergenza rifiuti che sta travolgendo Napoli. Sono attesi per oggi sette compattatori su tre assi a carico laterale dell’Ama, ciascuno dei quali è in grado di raccogliere circa 70 tonnellate di materiali a turno. I mezzi e gli uomini di Ama lavoreranno nel capoluogo campano per 5 giorni, per contribuire a risolvere il problema principale che è quello dello smaltimento dei rifiuti accatastati nei giorni della sofferenza. Nel frattempo crescono a dismisura i rifiuti accumulati in strada a Napoli, a causa delle proteste: ieri c’erano ancora 1950 tonnellate di immondizia a terra. Numerosi incendi a cassonetti colmi di rifiuti sono stati appiccati ieri sera. Secondo i vigili del fuoco, in fiamme sono andati cumuli di spazzatura in via san Sebastiano, a Port'Alba, nel cuore del centro di Napoli, in via Ferrara, in piazza Nazionale e in via Costantinopoli. Roghi di immondizia sono stati segnalati anche nei quartieri periferici della città e in alcuni comuni della provincia, Sant'Antimo, Melito, Giugliano e Acerra. Secondo quanto riferito da testimoni, i roghi sarebbero stati frutto di azioni messe in atto da gruppi aderenti ai movimenti dei senza lavoro che, successivamente, hanno raggiunto piazza del Plebiscito per scandire slogan contro il premier, impegnato in Prefettura per un incontro con i 18 sindaci dei comuni vesuviani interessati dall'apertura di cava Vitiello. «La situazione è grave», ha spiegato l’assessore comunale all’Igiene Urbana, Paolo Giacomelli. Responsabili del rallentamento delle operazioni di scarico sono, a questo punto, i manifestanti di Chiaiano. Nella notte tra giovedì e venerdì, un presidio pacifico del comitato permanente antidiscarica della periferia nord di Napoli ha infatti ancora una volta bloccato gli autocompattatori per il conferimento straordinario: non è stato possibile sversare fino all’una e trenta, spiega l'assessore. «Siamo riusciti a sversare soltanto 800 tonnellate in giornata, le proteste a Chiaiano hanno inciso pesantemente sulla raccolta. Avendo iniziato a conferire solo in nottata, si è riusciti a sversare soltanto 500 tonnellate a Chiaiano». Il risultato è visibile nel centro storico di Napoli, piazza Municipio, i quartieri Avvocata Montecalvario e San Carlo all’Arena, dove i camion non sono proprio passati per la raccolta. La speranza, adesso, è il sito di Taverna del Re: «Dalla notte di giovedì le operazioni sono proseguite bene a Giugliano, e si spera di poter recuperare in quel luogo». Ma è proprio a Taverna del Re che i manifestanti sfogano la loro rabbia: «Crediamo che in questo momento ci sia una sola preoccupazione: quella di ripulire Napoli, dove tra qualche mese si andrà al voto mentre diversi comuni della provincia continuano ad affogare nella spazzatura. Dispiace che proprio Cesaro che è originario di questa zona non si sia fatto carico delle nostre preoccupazioni»