Intesa Governo-Sindaci: Cava Vitirllo cancellata
La seconda discarica di Terzigno non aprirà mai. È il punto centrale dell’accordo siglato, attraverso un documento, tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e i diciotto sindaci dei comuni vesuviani. Passa per questa condizione l’intesa che dovrebbe mettere fine alla nuova emergenza rifiuti. Giovedì ad Acerra il premier aveva promesso che Napoli sarebbe tornata «pulita in tre giorni», ma ieri la situazione si è complicata. Solo in città la quota di rifiuti non raccolti ha raggiunto le 2mila tonnellate e ciò ha costretto Berlusconi ad incontrare subito gli amministratori locali in Prefettura per tentare una difficile mediazione. Prima però il Cavaliere, di ritorno da Bruxelles, si è recato a Portici per salutare i familiari di Silvano Di Bonito, il tecnico dell’Asìa morto domenica scorsa nell’impianto Stir di Giugliano. «Vi sarò vicino anche quando le telecamere si saranno spente» ha detto ai figli della vittima. Poi la full immersion con i sindaci, durata circa quattro ore ed accompagnata all’esterno dalle proteste del Sindacato azzurro e delle «mamme vulcaniche». Al termine del vertice - a cui hanno partecipato attivamente il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, il governatore Stefano Caldoro e il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro - è arrivata la fumata bianca. «Abbiamo trovato una soluzione» ha chiarito il presidente del Consiglio, che si è impegnato a prevedere «una legge di modifica entro la prossima settimana» per cancellare la discarica di cava Vitiello ed ha annunciato per oggi una videoconferenza con Terzigno. «Potrebbe bastare - ha precisato - anche solo il voto delle Commissioni. Ringrazio tutti i sindaci, non c’è stata alcuna divisione politica». Il primo sversatoio, quello di cava Sari, sarà invece riaperto dopo l’esito delle analisi (forse lunedì sera) e d’ora in avanti accoglierà esclusivamente la frazione secca prodotta nel Vesuviano. Per i prossimi giorni, inoltre, l’immondizia verrà trasportata negli Stir di Tufino e Caivano. In caso di emergenza potrebbe essere disponibile un’area periferica già attrezzata al confine tra Somma Vesuviana e Ottaviano. I comuni di Somma Vesuviana, Ercolano e Massa di Somma hanno poi offerto la propria disponibilità ad accogliere impianti di compostaggio, mentre quello di Somma Vesuviana è anche pronto a realizzare in loco il quarto termovalorizzatore. Si è quindi stabilita di comune accordo la fine immediata delle azioni di protesta. In Prefettura il premier ha ricevuto una delegazione delle mamme vulcaniche, alle quali ha ribadito che «la seconda discarica non si farà». «Siamo passate da un incubo ad un sogno», hanno commentato le donne. Risolto, infine, il nodo del Salernitano: è stata esclusa l’ipotesi di apertura di una seconda discarica a Valle della Masseria, a Serre. Anche in questo caso bisognerà procedere ad una modifica normativa. Soddisfazione è stata espressa da Caldoro: «Le realtà locali si rendono autonome. Speriamo che questa consapevolezza si estenda al resto della Campania». Per Cesaro e per l’assessore regionale Pasquale Sommese «l’intervento di Berlusconi ci consente di attuare quello che era sempre stato il nostro proposito, ovvero evitare l’apertura della seconda discarica sul Vesuvio». Ma i manifestanti di Terzigno restano critici: in una assemblea notturna affermano che sono ancora poche le garanzie su Cava Sari.