Consorzio, i dipendenti bloccano Maruzzella
Mentre la discarica di Maruzzella ritornava a essere teatro di proteste (questa volta a manifestare sono stati i lavoratori del Consorzio unico di bacino) la Guardia di finanza visitava gli uffici delle quattro articolazioni dell’ente consortile. «Sono venuti anche nel mio ufficio, abbiamo messo a disposizione delle forze dell’ordine - spiega Gianfranco Tortorano, il commissario liquidatore del Cub - tutti i documenti che ci hanno chiesto». Dell’inchiesta si sa solo che sarebbe puntata sulla gestione degli anni scorso e in particolare sul biennio 2008-2009. Intanto, come d’altra parte era stato abbondantemente annunciato, è andata in scena la protesta: ieri mattina gli operai hanno trasportato i rifiuti con i loro camion all'imbocco del sito di San Tammaro e, invece di entrare per sversare i rifiuti, hanno fermato i mezzi. Un gruppetto formato da una ventina di persone ha bloccato l'accesso con i tir, creando più di qualche disagio. I motivi dell’agitazione sono sempre gli stessi: da settembre infatti i dipendenti del Cub non ricevono gli emolumenti e chiedono di essere pagati, tutti. Infatti se la Provincia di Napoli, di fronte alle casse vuote del Cub, ha deciso un’erogazione di due milioni e mezzo di euro per contribuire al pagamento degli stipendi di settembre, da corso Trieste - si lamentano i sindacati autonomi - non arriva nessun segnale analogo. La proroga del passaggio alle Province del ciclo integrato di rifiuti, chiesta da Cesaro e da Zinzi (e appoggiata dal governatore della Campania), inoltre, suscita tra i dipendenti ancora più timore. Nel limbo delle competenze infatti risulta ancora più problematico capire come e da chi saranno saldate le competenze e organizzato un servizio efficiente. Senza dire che, nelle more del passaggio, ancora altri comuni sarebbero tentati - in aggiunta a quanti l’hanno già fatto - dalla carta della fuga dal Consorzio. Sul luogo sono accorse le forze dell'ordine, le quali hanno vigilato per fare in modo che la protesta si mantenesse su binari accettabili. Nella giornata di ieri un gruppo di sindaci dei paesi serviti dal Cub, proprio per affrontare le tante questioni insolute che da mesi sono sul tappeto, si è riunito al comune di Teverola e ha lanciato un ulteriore appello alla prefettura. In questo clima di confusione, le manifestazioni di queste ore riportano al centro dell'attenzione quei problemi che la scorsa settimana erano stati temporaneamente messi da parte in virtù del pericolo, per la provincia di Caserta, di accogliere rifiuti provenienti dal napoletano. Nei prossimi giorni vi potrebbero essere ulteriori sviluppi, soprattutto se nessuno degli enti di riferimento interverrà per affrontare i rappresentanti dei lavoratori e prevenire un ennesimo innalzamento del livello di scontro, che andrebbe a danno del servizio di raccolta e conferimento dei rifiuti.
Operatori ecologici senza stipendio oramai da più di due mesi, è questa la realtà che stanno vivendo molti dipendenti del consorzio unico di bacino per la raccolta dei rifiuti. Per ovviare a questo problema la giunta comunale di Grazzanise sta provvedendo ad assicurare ai dipendenti del consorzio che operano sul territorio grazzanisano almeno una parte dello stipendio che viene corrisposto dall’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti. L’idea è quella di emulare il progetto messo in pratica già dal Comune di Piedimonte Matese. In pratica gli amministratori preleverebbero una parte della quota da destinare al consorzio per «versarla come acconto dello stipendio ai dipendenti» ammette il sindaco di Grazzanise, Pietro Parente, che aggiunge: «Abbiamo già inviato la lettera al consorzio per ratificare questa idea che verrà poi esposta anche oggi in consiglio comunale. Vogliamo far sentire la nostra vicinanza ai dipendenti che operano sul territorio». Grazie a questa idea gli operatori ecologici di Grazzanise potrebbero avere assicurata una parte di stipendio, mentre la restante dovrebbe comunque essere corrisposta dal consorzio. Il tutto sarebbe fatto in termini «di massima legalità» conclude Parente. fa.me