Il business di Gomorra, la verità dei pentiti

La Procura: cosche consorziate per la spartizione degli appalti
Infiltrati durante gli scontri
29 ottobre 2010 - Giuseppe Crimaldi
Fonte: Il Mattino

Le discariche di «Gomorra» e la camorra padrona del territorio. È lo scenario delineato dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia che da ieri sono state acquisite al fascicolo d’inchiesta aperta dalla Direzione distrettuale antimafia in relazione ai fatti di Terzigno. I pentiti «La camorra si occupa dello smaltimento dei rifiuti. Non da oggi, ma da sempre», dice Pasquale Galasso. Un concetto che viene ribadito anche dall’ex boss dei boss, Carmine Alfieri, da anni passato a collaborare con la giustizia. Due anni fa, sempre la Dda di Napoli, si era già occupata delle cave di Terzigno. Un’indagine condotta dal pubblico ministero Simona Di Monte aveva profilato il quadro drammaticamente rivelatosi esatto quando - nel settembre scorso - era iniziata la «rivolta» di Terzigno. La gente in piazza a manifestare pacificamente, e la camorra pronta a infiltrarsi nelle pieghe di una protesta che da civile si trasforma in teppismo puro. Il blitz della Finanza Nel nuovo filone investigativo - affidato a polizia e carabinieri - confluisce pure un’indagine della Guardia di Finanza di Torre Annunziata coordinata dalla Procura della Repubblica di Nola, la stessa che portò tempo fa all’arresto di cinque persone, tra le quali quel Giuseppe De Gennaro considerato gestore di fatto - alcuni anni fa - della discarica Sari di Terzigno. A De Gennaro veniva contestato di essere stato il promotore di un’organizzazione che si proponeva - attraverso la costituzione di società e ditte fittizie - di ottenere profitti illeciti connessi all’evasione fiscale. «Con tale provvedimento - si legge nel dossier della Procura di Napoli - si è sancito che l’area vesuviana, e probabilmente nell’intera Campania, diversi amministratori e gestori di società hanno costituito vere e proprie consorterie dedite alla consumazione di delitti, sotto il diretto controllo di organizzazioni camorristiche (e in particolare del clan che fa capo a Mario Fabbrocino) nel sistema di spartizione degli appalti pubblici relativo allo smaltimento, alla raccolta e al trasporto dei rifiuti solidi urbani». L’allarme Quello che si sta verificando in queste ore a Terzigno - si legge nell’informativa della Squadra mobile di Napoli inviata al procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, che coordina l’inchiesta della Dda - oltre la comprensibile sostanza delle proteste dei cittadini. È in questo tessuto che si infiltrano, raccogliendo consenso non giustificato, soggetti con motivazioni ben diverse. Tali condotte innescano l’attuale stato della guerriglia urbana con le conseguenze materiali e morali che sono sotto i riflettori». Per la polizia esiste il rischio concreto che «si rimettano in circuito soggetti legati alla camorra, proprietari di aree capaci di recepire i materiali da sversare, ovviamente rappresentati da personaggi “immacolati”».

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