Pustarza a termine, seconda discarica a Terzigno

Il Tar sul ricorso: rifiuti da Napoli fino a martedì. Linea dura del Pdl: apertura di Cava Vitiello
21 ottobre 2010 - Vincenzo Grasso
Fonte: Il Mattino Avellino

Si potrà sversare a Pustarza, ma solo fino a martedì 26: il governatore Caldoro non potrà disporre eventuali proroghe. È questa la decisione assunta dalla sezione prima del Tar del Lazio presso il quale si era rivolto l’amministrazione provinciale di Avellino per far sospendere l’ordinanza 69 con la quale il presidente della giunta regionale aveva disposto il conferimento di rifiuti provenienti dal napoletano nella discarica di Savignano Irpino. A Terzigno invece dovrà essere aperta la nuova discarica: è la decisione presa a Roma da Caldoro assieme ai presidenti delle province di Napoli, Luigi Cesaro, di Salerno, Edmondo Cirielli e di Avellino, Cosimo Sibilia e i parlamentari del Pdl della Campania. Hanno ribadito che «l’unica strada da seguire è il rispetto della legge e questa prevede la realizzazione della nuova discarica di Cava Vitiello, una discarica controllata e sicura in grado di garantire la massima tranquillità alle popolazioni residenti migliorando radicalmente la situazione attuale». «La delegazione parlamentare ha appreso – si legge nel documento - con soddisfazione che nei prossimi giorni partiranno le procedure di appalto per i termovalorizzatori di Napoli Est e Salerno e dell’avanzata costruzione degli impianti di biostabilizzazione e compostaggio dei rifiuti bloccati da anni». «Tutto ciò consentirà alla Campania – concludono i parlamentari del Pdl - di poter contare finalmente su un sistema a regime fermo restando la necessità inderogabile da parte dei Comuni, a cominciare dal capoluogo di Napoli, di rispettare le previste percentuali di raccolta differenziata». «Le ho provate tutte, ma alla fine credo che saremo costretti ad utilizzare, così come previsto dalla legge, Cava Vitiello», il commento di Cesaro. Pustarza, dunque, dovrà sopportare 200 tonnellate di rifiuti al giorno in più fino a martedì. «Il Tar del Lazio – afferma l’avvocato Giancarlo Viglione, difensore della Provincia di Avellino – con la propria decisione impedisce alla Regione Campania di prorogare oltre la data del 26 ottobre il conferimento dei rifiuti nella discarica di Savignano. Ritiene altresì, aderendo alla nostra prospettazione, che la Regione Campania avrebbe dovuto verificare la possibile ”allocazione dei rifiuti” presso altri impianti ubicati nella Provincia di Napoli. Il Tar così riconosce quel principio di provincializzazione dei rifiuti affermato nel ricorso e che con lo stesso si intendeva anche tutelare». Una soluzione che soddisfa l’amministrazione provinciale di Avellino. L’assessore all’Ambiente, Domenico Gambacorta: «Bisogna dare atto dell’efficienza e dell’efficacia della decisione adottata. In meno di 24 ore è stato presentato e discusso un ricorso di sospensiva al Tar con un risultato per noi favorevole. È stato sancito il principio della provincializzazione del ciclo dei rifiuti, ma soprattutto è stato precisato che non c’erano le condizioni per ritenere che ci troviamo di fronte a una vera emergenza rifiuti». Intanto, il dirigente del settore Ambiente della Provincia, ingegnere Fernando Capone, su sollecitazione dell’impresa concessionaria della discarica, ha sospeso per le prossime 48 ore ogni ulteriore abbancamento di rifiuti nel sito superiore ai quantitativi già sversati nei giorni precedenti. Un provvedimento necessario per la legittima esecuzione dell’ordinanza regionale, al fine di consentire l’acquisizione di nuove attrezzature utili ed evitare infrazioni alle norme tecniche garantendo la tutela e la sicurezza di operatori e addetti. Che cosa comporta questo provvedimento lo si potrà capire solo con l’arrivo dei compattatori. L’attenzione al caso è sempre alta. Manifestano solidarietà a Palazzo Caracciolo i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Vincenzo Petruzziello, Mario e Melchionna e Franco De Feo, quando sostengono che «dopo quello che è accaduto sulla questione sanità nelle scorse settimane, la giunta regionale continua a non ascoltare le istituzioni irpine».

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