Il presidio Il sindaco Cimmino e i volontari hanno controllato i varchi d’accesso

Niente rifiuti napoletani: bloccati undici camion

San Tammaro, ingresso "consentito" solo ai mezzi casertani
21 ottobre 2010 - Andrea Ferraro
Fonte: Il Mattino Caserta

San Tammaro. I primi compattatori arrivano al’alba, poco dopo le cinque. Alle 6, all’apertura della discarica, una ventina di mezzi già in attesa di sversare i rifiuti. L’attenzione è alta. Gli operatori della cooperativa «Carditello Service» sono vigili. L’ordine ricevuto è di non far passare camion in arrivo dal Napoletano, o quanto meno avvertire il sindaco di San Tammaro, Emiddio Cimmino, che la prima notte del presidio permanente l’ha trascorsa nella tenda della Protezione Civile locale. Insomma il primo filtro è sulla strada, via Vaticale, a circa quattrocento metri dall’ingresso, sempre presidiato dai militari (tocca all’Aeronautica), dove due segnali di colore giallo indicano che quella della discarica è un’area di interesse strategico nazionale, dove la sorveglianza è armata e dove vige il divieto di scattare foto o effettuare riprese. Cimmino, con la sua fascia tricolore, è l’unico sindaco presente all’alba. Intorno alle 7,45, dopo circa due ore dall’apertura del sito, il livello di guardia si alza. All’orizzonte si staglia la sagoma di un grosso camion con il suo carico di immondizia. Gli addetti della cooperativa intuiscono subito che arriva da fuori provincia. Ormai conoscono gran parte dei conducenti e soprattutto colori e modelli dei mezzi che qui quotidianamente sversano i rifiuti casertani. Quando il camion arriva viene chiesta la bolla al conducente. Il sospetto è fondato: arriva da Giugliano. L’ordinanza di Caldoro non serve. Di qui non si passa: la parola d’ordine è questa. Il sindaco, e la sua giunta, lo avevano anticipato martedì, quando è partito il presidio permanente. In sintonia decine di altri primi cittadini, tutti solidali ma anche pronti a schierarsi al fianco di Cimmino per bloccare l’arrivo dei rifiuti del Napoletano. Tutti uniti, dunque, a prescindere dal colore politico. La situazione resta tranquilla. Nessuno prova a forzare il presidio, passano (fino alle 13 e dalle 14 alle 18) solo i mezzi in arrivo dal Casertano e quelli giunti per il prelievo del percolato. Alla fine saranno in undici a tornare indietro. Carabinieri e poliziotti seguono tutto a distanza, pronti a intervenire. Ma non serve. Intanto, i sindaci arrivano alla spicciolata. C’è anche Nicola Caputo, consigliere regionale del Pd. Ad accoglierli è Cimmino. Racconta la sua notte in tenda, l’arrivo dei camion, la fermezza con cui sono stati respinti quelli arrivati da fuori provincia. «Questo è un presidio pacifico - dice il primo cittadino di San Tammaro - con gli amministratori in prima linea. La gente è arrabbiata. In questa provincia, nel raggio di pochi chilometri, ci sono sette discariche, di cui sei chiuse perché sature. Questa ha un’autonomia di quindici, diciotto mesi ma solo se si accolgono i rifiuti della provincia come, tra l’altro, prevede la legge. Per questo abbiamo bloccato undici camion». Cimmino è deciso, rincara la dose contro Caldoro, accusato «di non aver interpellato i sindaci dei centri interessati, un errore gravissimo». Al telefono ha sentito il presidente della Provincia, Domenico Zinzi, oggi in arrivo dal Libano dopo il gemellaggio con la provincia di Tiro e a San Tammaro rappresentato dal presidente del consiglio provinciale (nonché sindaco di Bellona), Giancarlo Della Cioppa. In sintonia Caputo, che annuncia un vertice regionale monotematico del Pd nello stesso pomeriggio e l’intenzione di «chiedere delucidazioni a Caldoro». Domenico Ciaramella, sindaco Pdl di Aversa, invoca il rispetto della legge sulla provincializzazione dei rifiuti ricordando anche il tributo che la provincia ha già pagato («I due terzi dei rifiuti sversati nelle nostre discariche sono arrivati da Napoli»). Così come il primo cittadino di Parete, Luigi Verrengia, che, va oltre, ribadendo «che, pur rispettando i cittadini di Terzigno, le leggi vanno osservate e che, dunque, non si può cedere alle proteste altrimenti si resta nell’emergenza». C’è anche il sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Giancarlo Giudicianni, senza fascia tricolore. «Non c’è un progetto preciso, l’ordinanza parla di sei giorni ma non si sa cosa accadrà al settimo», dice. Luigi Munno, primo cittadino di Macerata, mostra il sito di stoccaggio di recente liberato dalle ecoballe e ricorda il futuro da impianto di compostaggio. «Non è possibile andare contro la legge, noi già siamo in piena emergenza. La nostra provincia ha già dato e il presidente Zinzi sta operando bene con il piano del ciclo integrato», sottolinea Nazzaro Pagano, sindaco di Casaluce e consigliere provinciale dell’Mpa. Dice anche, che il giorno prima, in occasione dei festeggiamenti per la Madonna di Casaluce, ha pregato. Biagio Lusini, sindaco di Teverola, invece, mette in dubbio «la legittimità dell’ordinanza», mentre Mario Masi, primo cittadino di Carinaro, parla di «scelta irresponsabile». A metà mattinata si svolge anche una riunione. Viene tutto rinviato al pomeriggio per decidere la linea, in serata, sintetizzata in un documento inviato a Caldoro, al prefetto Monaco e a Zinzi. Un’altra notte è cominciata, all’alba riparte il monitoraggio di tutti i camion. Poi, alle 16, consiglio comunale aperto dei 104 comuni casertani.

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