La provincia si oppone a Caldoro Oggi il Tar decide sul ricorso

Depositati gli atti in tribunale: la Regione non rispetta gli accordi
21 ottobre 2010 - Lorenzo Calò
Fonte: Il Mattino Caserta

Il ricorso verrà discusso oggi davanti al Tar del Lazio. Così la Provincia di Caserta ha inteso opporsi all’ordinanza con la quale il governatore Stefano Caldoro ha autorizzato, fino al 26 ottobre prossimo, lo sversamento di 400 tonnellate al giorno, provenienti dal Napoletano, nell’impianto Maruzzella di San Tammaro. Un provvedimento sin da subito contestato dal presidente della Provincia Domenico Zinzi che rientrerà oggi, con una giornata di anticipo, dalla sua missione in Libano. Il ricorso è stato messo a punto già nella serata di martedì, dall’avvocato Mario Spasiano, legale della Provincia di Caserta, e dal direttore generale di corso Trieste Raffaele Picaro: ieri il deposito in cancelleria per la fissazione dell’udienza con somma urgenza. E, in Provincia, sono ottimisti visto che proprio ieri lo stesso Tar del Lazio, decidendo su un ricorso analogo presentato dalla Provincia di Avellino contro la medesima ordinanza firmata da Caldoro, pur negando la sospensiva, ha sostanzialmente accolto le eccezioni sollevate dall’ente provinciale presieduto da Cosimo Sibilia. Infatti la prima sezione del Tar Lazio, pronunciandosi sullo sversamento di 200 tonnellate al giorno provenienti dal Napoletano e dirette alla discarica di Savignano Irpino, ha sì statuito il diritto del governatore Caldoro a emanare - per urgenti necessità sanitarie - l’ordinanza ma ha impedito alla Regione Campania di prorogare oltre la data del 26 ottobre il conferimento dei rifiuti nella discarica di Savignano Irpino. Secondo il Tar la Regione avrebbe dovuto verificare la possibile «allocazione dei rifiuti» presso altri impianti ubicati nella Provincia di Napoli: una chiosa che di fatto riconosce il principio della provincializzazione e che lascia un certo ottimismo in relazione all’esito del ricorso presentato dalla Provincia di Caserta. La vertenza Consorzio Resta spaccato il fronte sindacale nell’ambito della protesta dei lavoratori del Consorzio unico: una vertenza relativa sia agli esuberi dell’ente consortile sia al mancato pagamento degli stipendi. Se da un lato i lavoratori aderenti ai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Fiadel hanno annunciato uno sciopero con lo stop alla raccolta a partire dal prossimo 29 ottobre, le maestranze aderenti al Sindacato azzurro - con il leader Vincenzo Guidotti - fanno presente che, come per legge, loro hanno dato regolare preavviso e che sono pronti a scioperare a partire dal 27. Ieri nuovo presidio davanti alla Prefettura: la situazione, monitorata dalla polizia, è stata tenuta sotto controllo. Insomma, un clima tesissimo che finora né la mediazione politica né quella istituzionale sono riuscite a smorzare. Il Consiglio provinciale E il tema dell’emergenza rifiuti è stato ieri al centro di una Conferenza dei capigruppo convocata dal presidente dell’assemblea di corso Trieste Giancarlo Della Cioppa. I capigruppo presenti - Giovanni Schiappa, Francesco Bortone, Antimo Caturano, Angelo Piccolo, Giuseppe Fusco, Giuseppe Fiorillo, Emilio Nuzzo, Sebastiano Ferraro, Giuseppe Stellato, Gabriele Cicala - hanno condiviso un documento insieme con l’assessore all’Agricoltura Ettore Corvino. «È impensabile che sulla nostra Provincia gravi il peso di tonnellate di rifiuti prodotti a Napoli e, fermo restando la solidarietà territoriale, occorre agire a tutela dei risultati ottenuti ed è per questo che faremo ricorso al Tar», ha detto Della Cioppa. Il tema sarà comunque affrontato in una seduta straordinaria del Consiglio provinciale da svolgersi proprio nell’area della discarica; le date utili sono lunedì o mercoledì prossimo. Netta la posizione del capogruppo Pdl Giovanni Schiappa: «Volendo rispettare la provincializzazione ormai in atto - riflette - ci troviamo di fronte a una vera e propria violazione del diritto alla salute dei casertani, solo e soltanto per riparare agli errori del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino. Non è possibile né pensabile che Napoli non riesca a dotarsi di un inceneritore e non riesca ad essere autosufficiente. L’emergenza rifiuti in Campania è sostanzialmente l’emergenza di Napoli, una città forse fuori controllo in cui le mancanze di chi l’amministra ricadono sulla testa di tutti i campani. Sono certo, però, dell’eccezionalità dell’atto del presidente Caldoro perché, altrimenti, con questo comportamento potrebbe soltanto essere favorita la copertura delle inadempienze della Iervolino a danno dei casertani. Caserta e la sua provincia non possono pagare, ancora una volta, gli errori della cattiva gestione prima di Bassolino e oggi della Iervolino. In tali frangenti è importante assicurare la solidarietà intraregionale, ma diventa veramente difficile farlo quando a pagare sono sempre gli stessi». Le reazioni Polemico con la Provincia di Caserta il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro che parla di «miopia» delle altre Province: «Mi domando se sia giusto allora trattare nel termovalorizzatore di Acerra i rifiuti provenienti da tutta la Campania». «Solidarietà al sindaco di San Tammaro, respingiamo il nuovo sopruso ai danni della provincia di Caserta», afferma il deputato di NoiSud Americo Porfidia. Secondo Giuseppe Sagliocco (Fli), «già nel 2009 furono dirottate dal Napoletano oltre 90 mila tonnellate; oggi corriamo il rischio di non avere più aree disponibili per stoccare i rifiuti prodotti dal territorio casertano. La politica dovrebbe aprire una discussione costante su questo tema insistendo sulle compensazioni ambientali che spettano alle comunità locali».

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