Il Tar: ok al piano solo per sei giorni ma è rivolta a Caserta e Benevento
Via libera a tempo per il piano straordinario di smaltimento nelle discariche aperte nelle tre province di Caserta, Avellino e Benevento. E il timore di nuovi disordini, che andrebbero ad aggiungersi a quelli facilmente prevedibili a Terzigno, potrebbero spingere gli amministratori campani a chiedere un nuovo stato di emergenza. Il presidente Cesaro ha già chiesto la proroga del cosiddetto «regime transitorio» Ieri il Tar del Lazio al quale si era rivolto l’amministrazione provinciale di Avellino per far sospendere l’ordinanza 69 con la quale il presidente della giunta regionale aveva disposto il conferimento di rifiuti provenienti dal napoletano nella discarica di Savignano Irpino, ha deciso che si potrà sversare a Pustarza, ma solo fino a martedì prossimo: il governatore Caldoro non potrà disporre eventuali proroghe.Ne dà notizia la Provincia di Avellino. «Il Tar del Lazio - afferma l’ avvocato Giancarlo Viglione difensore della Provincia di Avellino - con la propria decisione impedisce alla Regione Campania di prorogare oltre la data del 26 ottobre il conferimento dei rifiuti nella discarica di Savignano Irpino. Ritiene altresì, aderendo alla nostra prospettazione, che la Regione Campania avrebbe dovuto verificare la possibile allocazione dei rifiuti presso altri impianti ubicati nella Provincia di Napoli». «Il Tar così - prosegue il legale - riconosce quel principio di provincializzazione dei rifiuti affermato nel ricorso e che con lo stesso si intendeva anche tutelare». In pratica, il giudice amministrativo consente di sversare fino al 26 ottobre prossimo, alla luce della notoria situazione emergenziale determinatasi nella provincia di Napoli, ma blocca eventuali proroghe. Peraltro nel vertice del Pdl campano che si è svolto ieri a Roma, presente il governatore Caldoro, è stata esclusa l’eventualità di protrarre gli effetti dell’ordinanza oltre il 26. Ma le notizie romane, e la decisione di rispettare il principio della provincializzazione e quindi di aprire Cava Vitiello e di non portare altrove i rifiuti napoletani, non ha calmato gli aninmi nelle altre province. Continua infatti la protesta a Caserta e Benevento. Protesta e presidio dei cittadini, ieri davanti alla discarica «Maruzzella». «Napoli non può pensare di risolvere il problema dei rifiuti cullandosi sulla disponibilità della altre province», sostiene il primo cittadino di San Tammaro, Emiddio Cimmino, che dice «basta» e promette che impedirà l’ingresso nel sito dell’immondizia proveniente da Napoli. «Sono anni che la provincia di Caserta, in particolare, ha offerto solidarietà e disponbilità ospitando nelle discariche il 54% dell’immondizia partenopea - spiega il sindaco - Ora basta». Cimmino, insieme ad una trentina di persone, tra cittadini ed amministratori, ha attuando da mercoledì pomeriggio un presidio davanti alla discarica «Maruzzella»: «Fino ad ora - ha detto il sindaco ieri sera - abbiamo impedito l’entrata in discarica di una quindicina di automezzi provenienti dal napoletano, favorendo l'ingresso, come è giusto che sia, soltanto a quelli che trasportano rifiuti del casertano. Siamo una trentina, ma basta poco per coinvolgere la popolazione della zona ed evitare così che si consumi un altro sopruso ai danni della provincia di Caserta». Sul posto sono restati fino a tarda notte a presidiare il sito polizia e carabinieri. A Benevento intanto, su disposizione dell'assessore provinciale all’ambiente di Benevento, Gianluca Aceto, la società Samte, interamente partecipata dalla Provincia di Benevento, si è ieri rifiutata di fornire ad un soggetto gestore napoletano i dati relativi ai flussi rifiuti in quanto «La predetta richiesta era finalizzata all’attribuzione di conferimenti straordinari di indifferenziato proveniente dal napoletano nella discarica di Sant'Arcangelo Trimonte», come ha spiegato lo stesso assessore Aceto, il quale ha aggiunto che «due tir carichi di rifiuti provenienti da Giugliano sono fermi nei pressi della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte perchè la Daneco, che gestisce l’impianto, ha avuto disposizione di non accettare quei carichi supplementari».