Terzigno, è guerra "Traditi da tutti, non ci arrendiamo"

Incidenti nella notte e assalto alle truppe di Sky
cariche della polizia, fermati due manifestanti
21 ottobre 2010 - Pietro Treccagnoli
Fonte: Il Mattino

Terzigno. Per l'Intifada vesuviana, dopo l'annuncio della realizzazione della seconda discarica nella Cava Vitiello, la linea sembra essere una sola: scontri senza sconti. Un primo violento contatto, poco dopo le 23 di ieri, alla rotonda Panoramica, tra le forze dell'ordine in tenuta antisommossa e alcuni manifestanti con i volti coperti. Contro gli agenti sono stati lanciati sassi, petardi e razzi. La polizia ha risposto con lacrimogeni e cariche di alleggerimento. Ad attaccare saranno stati in trenta, su oltre mille presenti nell'incontro diventato l'epicentro della lotta. A fare le spese dello scontro anche la postazione tv di Sky, da dove era in corso una diretta con Paolo Chiariello che è rimasto anche leggermente ferito, ma ha continuato la trasmissione. È stato l'inizio di una lunga notte, mentre la massa pacifica ha sgomberato rapidamente la zona, tra inviti a mantenere la calma e lamentando bruciori agli occhi e alla gola. Padroni della piazza è rimasta una piccola minoranza, un drappello di teppisti che ha fronteggiato gli agenti senza tregua: hanno addirittura sparato dei fuochi d'artificio. Ma la battaglia è proseguita per molto tempo ancora. Con scontri violenti, cariche e sassaiole. Nelle quali sono state coivolte anche delle donne. Le cariche sono state condotte da uomini a piedi e da diverse decine di blindati, che hanno sgomberato poi tutta l'area. Tra polizia e manifestanti sono volati insulti e manganellate, tra grida di persone ferite. Una donna e un ragazzo sono stati fermati. Un’auto è stata rovesciata e data alle fiamme. La tensione era salita già alle prime notizie, intorno alle 20, quando sono arrivate le prime notizie da Roma. Come un tam tam ha percorso vicoli e case di Terzigno e Boscoreale. Il popolo del rifiuto ha cominciato a radunarsi alla rotonda Panoramica, dopo che un'auto con megafono ha attraversato i paesi avvertendo più gente possibile. Prevalevano sconforto e delusione che lentamente lievitava in rabbia senza se e senza ma. Le mamme vulcaniche sono state tra le prime a salire verso la rotonda, mentre i Comitati invitavano alla moderazione: scendere in piazza, ma in maniera civile. La disperazione, però, fa sempre brutti scherzi. «Non è possibile, ci hanno illusi» ripetevano. «Vogliono ucciderci senza pietà. Ma non lo permetteremo». Attorno ai falò si cercava un pò di calore. «Traditi da tutti» si sentiva mormorare, nell'attesa dei camion che arrivano come sempre all'ora dei lupi. È stato un fiume carsico. S'è infossato ed è riemerso, appestato dai miasmi che ieri alle falde del vulcano hanno cominciato a intasare i polmoni di prima mattina. È stata un'alba avvelenata, seguita da un pomeriggio di isolamento e un'interminabile serata ad alta tensione. Blocchi e presidi, ieri che, per quasi tutta la giornata, hanno isolato e blindato completamente Terzigno e Boscoreale, i due epicentri della protesta. Stop non solo ai compattatori, ma a tutti i veicoli, soprattutto di grande stazza. Barricate che, come la tela di Penelope, crescono di giorno e sono disfatte (dalle ruspe della polizia) di notte. Il freddo e la pioggia a tratti non sono stati dei deterrenti. Alle donne non basta pregare, agli uomini e ai giovani non basta discutere. Non c'è invito alla calma che tenga. Sicuri di sé, impermeabili a ogni invito alla calma. Il bollettino di guerra della giornata ha registrato l'incendio di un bus della Eav (a via Nazionale Passanti) e di due rimorchi di compattatori (a Boscoreale). Tafferugli l'altra notte, mentre una cinquantina di camion è riuscita a sversare. Sono anche scesi dal tetto del Comune di Terzigno i quattro che avevano occupato l'edificio. Ieri pomeriggio, però, il clima era irreale. Sotto la cenere spenta dei falò covavano le scintille della violenza che si scatena all'arrivo della puzzolente processione dei compattatori. La protesta era tracimata più lontano dalla Panoramica senza più panorama: a via Settetermini, a Boscoreale.

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