La Protezione civile assicura «Niente discarica ad Andretta»
Sibilla: "Noi siamo tranquilli"
«Il Dipartimento della Protezione civile smentisce categoricamente la notizia della possibilità di aprire una discarica ad Andretta, perché destituita di qualsiasi fondamento». Con questa nota breve ma perentoria, Guido Bertolaso e i suoi uomini fanno tirare un sospiro di sollievo alle popolazioni dell’Alta Irpinia e agli amministratori locali. A cominciare dal presidente della Provincia, Cosimo Sibilia, che comunque tiene desta l’attenzione per scongiurare il rischio, ora assai improbabile, di realizzare un secondo sito dopo quello di Savignano. L’intervento della Protezione Civile si è reso necessario dopo alcune voci che erano circolate relative a una volontà - per fortuna non vera - di riprendere il progetto dello sversatoio in località Pero Spaccone, sull’Altopiano del Formicoso. Voci infondate secondo le quali il governo stava lavorando per trovare un’alternativa concreta all’apertura di Cava Vitiello, che si trova a poche centinaia di metri da quella della discordia, Cava Sari, a Terzigno. Di qui la nota ufficiale di Bertolaso che ha posto fine alla ridda di notizie false. Lo stesso Sibilia ha invitato alla calma, ribadendo di aver ottemperato, doverosamente, alla richiesta di solidarietà nei confronti del capoluogo di regione (fino a martedì scorso) e che non esistono pericoli per il Formicoso. E ciò anche in virtù del principio della provincializzazione del ciclo integrato dei rifiuti. La norma in materia, infatti, assegna alle amministrazioni provinciali le competenze per l’apertura di nuovi impianti. In sostanza, toccherebbe all’ente di Palazzo Caracciolo la decisione di realizzare un’altra discarica sul territorio irpino. Per altro, la Provincia di Avellino, insieme solo a quella di Benevento, è in grado di portare avanti le proprie competenze nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti, a differenza delle altre tre della Campania. In linea, quindi, con i dettami della legge. In questo modo, la provincia di Avellino sarebbe al riparo da difficoltà derivanti da fuori i confini territoriali. Non solo. Il conferimento in discarica a Savignano Irpino consentirà alla provincia un’autonomia di oltre tre anni, suscettibili di aumento con il crescere della raccolta differenziata (si punta al 75% nel 2012) e con la riduzione di flussi provenienti da altre realtà. Nel frattempo, si costruirà il termovalorizzatore di Salerno che brucerà l’immondizia anche di Irpinia e Sannio. Proprio in merito alla gestione dei flussi, ieri si è insediato il comitato interprovinciale di coordinamento. Al nuovo organismo, previsto da un decreto dirigenziale regionale del 14 ottobre scorso, il compito di perseguire sei tipologie di intervento. Il Comitato dovrà definire il modello standard dei flussi interprovinciali, decidere le procedure per l’organizzazione strutturale dei flussi, predisporre una proposta di documento programmatico da adottarsi sulla base di indicazioni in sede politica regionale e provinciale, coordinare permanentemente le indispensabili e strettamente motivate necessità di variazioni (rispetto ai flussi provinciali). Fanno parte dell’organismo anche il dirigente del settore Ambiente della Provincia di Avellino, Fernando Capone, e il direttore generale di «IrpiniAmbiente», Michele Mirelli.