Le testimonianze

«Costretti a vivere con i miasmi dell’immondizia»

28 ottobre 2010 - Oreste Mottola
Fonte: Il Mattino

Scene di vita quotidiana al confine di una discarica, Macchia Soprana. «Ho una nipotina, Giada, ha quattro anni, ha quasi l’età della discarica. Me ne sta per arrivare un altro, non le parole per raccontarvi la mia rabbia di sapere che dovrà crescere con questo schifo della discarica». Marco Villani ha 61 anni, da ferroviere ha girato l’Italia ma è voluto tornare lì al limitare del bosco di Macchia Soprana. Con tutta la sua famiglia. La discarica se l’è vista crescere davanti, come una mostruosa e gigantesca escrescenza. «Ero nel paradiso terrestre adesso mi trovo nell’inferno. E non mi bastava la discarica da poco mi sono dovuto prendere pure il rumore di due pale eoliche che sono spuntate a poche centinaia di metri. Rumore insopportabile. Ho dovuto denunciarli». Le donne di casa raccontano delle strategie di difesa fatte di strati di cotone che vanno messi sotto le porte e le finestre per respingere la polvere e gli olezzi. D’estate poi è impossibile difendersi. «La mia bolletta dell’acqua è di 1200 euro perché mia moglie deve stare a lavare continuamente tutto», aggiunge. Indennizzi? Dal comune ha avuto 4200 euro, in tutto. «Li ho presi, meglio averla noi quella cifra se doveva perdersi», dice amaro. C’è quei soldi non li ha voluti. Vito Di Rosario, piccolo allevatore di vitelli e pecore, capeggia un gruppo di famiglie che ha rifiutato il cosiddetto ristoro ambientale. «Quella cifra non mi cambia la vita, il mio orgoglio di contadino perbene se permettete non ha prezzo. ho un’attività che non posso più portare avanti, un mestiere che non posso trasmettere ai miei figli».

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