Carcere per chi blocca le discariche, coro di sì
Reati ambientali al vaglio del pm anticamorra, una misura che non lascia indifferenti il procuratore Giovandomenico Lepore e il capo della Dda di Napoli Franco Roberti. I vertici dell’ufficio inquirente partenopeo dicono si alle nuove misure per fronteggiare i crimini ambientali, ma non in modo incondizionato: occorrono rinforzi, forze di polizia giudiziaria e personale amministrativo, incentivi. Una posizione ribadita ieri pomeriggio dal procuratore Lepore al ministro della Giustizia Angelino Alfano, nel corso dell’incontro tenuto ieri pomeriggio a Castelcapuano. Una soluzione che punta a rendere meno sfilacciato sul territorio il contrasto ai crimini ambientali, in un’azione di coordinamento definita dal pool anticamorra. Lepore chiarisce: «Si può fare. Salvo però un rapido innesto di forze fresche. Penso al personale amministrativo, che da noi è spesso demotivato e sotto numero. Ho chiesto subito rinforzi, provando semmai a sfruttare la mobilità da altri uffici locali, dove ci sono condizioni di esubero». C’erano i vertici del distretto giudiziario napoletano, nell’incontro con il ministro Guardasigilli e la questione organico è stata affrontata anche dai responsabili degli uffici giudiziari del distretto. Anche Roberti non storce il viso di fronte alla probabile assegnazione di competenze, di fronte alla possibilità di coordinare indagini di natura ambientale, seguendo lo schema investigativo della lotta alla camorra: «Onorati per l’apprezzamento del governo, che è un implicito riconoscimento del buon lavoro svolto dalla Dda di Napoli. Ora però aspettiamo tutto il sostegno del governo: è necessario infatti un potenziamento delle forze di polizia giudiziaria a disposizione, aspettiamo pertanto un sostegno dell’esecutivo in questo senso». Non passano inosservate altre soluzioni annunciate dal primo ministro Silvio Berlusconi nel debutto napoletano in sella al nuovo governo. Un provvedimento in particolare sembra studiato ad hoc sul caso Campania: è quello di assegnare ad un organo collegiale la firma del sequestro di un sito di interesse ambientale, come una discarica o un luogo di stoccaggio. Il riferimento implicito è riconducibile a quanto è avvenuto di recente in Campania, quando la decisione di sequestrare alcuni siti ha fatto ripiombare Napoli nel collasso delle ultime settimane. Ecco il commento del capo dei gip napoletani Renato Vuosi: «Sono uno storico tifoso dell’organo collegiale, perché penso che sei occhi vedano meglio di due, specie quando si lavora su questioni che incidono direttamente sull’intera collettività, come il sequestro di una discarica. Il problema in questo caso è capire in che modo si può dare vita a sezioni collegiali capaci di rispondere a richieste di misure di questo tipo». Qualche perplessità da parte del capo della Dda Roberti: «Un organo collegiale per le misure reali? E per le personali? Aspetto di leggere il provvedimento dell’esecutivo».