Una delegazione accompagna Cornetta alla riunione in Prefettura

Nel paese della discarica arriva la rassegnazione

I cittadini: "non faremo scontri con la polizia, ma per noi lo Stato non c 'è più"
27 ottobre 2010 - pe.car.
Fonte: Il mattino

«Non credo più allo Stato. Sono deluso, sfiduciato ma anche molto arrabbiato». Giovan Battista Chiaviello vive a 500 metri dal sito di Macchia Soprana, chiuso tra la discarica e il parco eolico. Da qualche anno è tornato a vivere a Serre, dopo aver trascorso gran parte della sua vita in Toscana. Ha avviato una piccola attività, un’impresa edile. È tra coloro che tre anni fa hanno combattuto per difendere Valle della Masseria e il proprio territorio. «È stata una sconfitta allora ma oggi è peggio», ammette. È tra i cittadini che ieri mattina si sono presentati in prefettura. È tra coloro che hanno esposto al prefetto Sabatino Marchione le proprie dimostranze. «Non si rispettano le regole e credo che tutto ciò sia deplorevole. Io ho perso mio padre di tumore, chissà che non siano stati i miasmi della discarica del Pagliarone. E ora mi ritrovo con quest’invaso di rifiuti vicino casa. E quando penso che il problema sia risolto, ecco che arrivano nuovi rifiuti. Per colpa dell’inciviltà degli altri e del mancato rispetto delle regole da parte delle Istituzioni. Perchè se io, cittadino, sbaglio devo pagare e se sbagliano le istituzioni non accade nulla?». E poi, sempre rivolgendosi al prefetto, aggiunge: «Vorrei invitarla a casa a pranzo... Per farle vedere di persona di quale territorio stiamo parlando e quale area state violando. Mi dispiace di essere aggressivo con lei prefetto ma per me, da oggi, lo Stato non esiste più». Gli fa eco un altro serrese: «Signor prefetto... la verità è che noi siamo persone semplici e perbene. Noi non abbiamo mai tirato sassi o incendiato le auto delle forze dell’ordine. Ci siamo sempre opposti pacificamente. Ecco perchè alla fine non siamo stati rispettati allora e non lo siamo ora. Siamo poco meno di quattromila persona, troppo poche per opporci allo Stato». A Serre sono tutti molto rassegnati. Bisogna ora vedere in quanti parteciperanno all’incontro di stasera programmato dall’amministrazione comunale per spiegare gli accadimenti delle ultime ore e decidere il da farsi. Girando per i vicoli del centro storico l’impressione è che ci sia molta rassegnazione. «Parlate con loro, con i politici - dice un anziano - loro sono in tumulto. Noi no». «Ci portano altre centomila tonnellate di rifiuti? E che fa», dice Sergio. Quindi aggiunge: «Tanto ormai la spazzatura ce l’hanno già portata... Un po’ di più che fa? Il male che ci dovevano fare ce l’hanno già fatto... E pensare che solo ora si iniziava a stare bene e a non sentire più l’odore putrido che arrivava dalla discarica... Pazienza». «Tanto - gli fa eco un altro uomo - alla fine se decidono di fare una cosa la fanno e ce lo hanno già dimostrato». Nessuno risponde quando gli si chiede se tornerebbe di nuovo a fare le barricate. In molti cambiano discorso. Qualcuno ironizza deviando la discussione su altro. E le donne? «Le donne le abbiamo coinvolte noi - risponde un anziano - ma io non so se chiederò di nuovo a mia moglie di scendere in strada». La prova del nove, questa sera. Chiamati a raccolta per cadenzare le diverse fasi della protesta, anche i cittadini dei comuni limitrofi: Postiglione, Altavilla Silentina, Campagna. In prima linea ci saranno di sicuro quanti vivono a ridosso della discarica.

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