Le mosse del governo: a Valle della Masseria la discarica «segreta»
il nuovo sito sarà indispensabile
Sono tre i Comuni che cominciano a tremare temendo di dover ospitare una nuova discarica: Serre, Andretta, Caserta. Ieri il sottosegretario Guido Bertolaso ha spiegato: «L’apertura di una nuova discarica non è vicina, nel modo più assoluto». Il che vuol dire che prima o poi un nuovo sito sarà necessario. E sarà a quel punto che si scatenerà la battaglia. Bertolaso ha collocato il giorno x tra la primavera e l’estate: è evidente che per il governo è importante che la scelta avvenga dopo le elezioni comunali e il possibile voto politico. L’ultima cosa che Berlusconi vuole, evidentemente, è andare a votare tra le manifestazioni di protesta. D’altra parte è evidente che gli amministratori tenteranno di essere esclusi dalla black list dei siti possibili nel periodo a loro più favorevole, cioè prima delle elezioni. Per questo è già partito il gioco delle interdizioni. Bertolaso ha spiegato che la legge offre altre opzioni oltre a quella di Cava Vitiello, al momento esclusa dopo i moti di piazza delle scorse settimane. La legge a cui si riferisce il sottosegretario è evidentemente il decreto 90 del maggio del 2008 convertito in legge nel luglio dello stesso anno, che all’articolo 9 elenca dieci siti che potrebbero ospitare discariche. Sei sono state già aperte: Sant’Arcangelo Trimonte (Benevento); Savignano Irpino (Avellino); Cava Sari (Terzigno); Chiaiano (Napoli); Santa Maria La Fossa (Caserta); Macchia Soprana (Serre). Restano in ballo: Andretta (Avellino); casa Vitiello (Terzigno); Cava Mastroianni (Caserta); Valle della Masseria a Serre (Salerno). Se si esclude Cava Vitiello restano Andretta, Valle della Masseria e Cava Mastroianni. Ad Andretta e Cava Mastroianni difficilmente si andrà in tempi brevi perché le province di Avellino e Caserta hanno già altre discariche aperte. Resta, quindi in ballo Valle della Masseria che è una delle opzioni sulle quali Bertolaso puntò nella sua prima esperienza campana. E fu proprio il no dell’allora ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio all’apertura della discarica (che tra l’altro ricadeva nel suo collegio elettorale) uno dei motivi che portarono alle dimissioni di Bertolaso, alla crisi del 2007, alle difficoltà e alla caduta del governo Prodi. E di conseguenza alla vittoria di Berlusconi e al ritorno in Campania del capo della Protezione civile. Ma una cosa sembra certa: quando sarà necessario puntare il dito e scegliere una nuova discarica il sottosegretario sarà molto lontano dalla Campania: dovrebbe lasciare la Protezione civile l’11 novembre ed è già stato affiancato dall’ex prefetto de L’Aquila, Franco Gabrielli . Dopo l’addio dovrebbe assumere un incarico di rilievo internazionale, probabilmente all’Onu. Quella in Campania sarà quindi probabilmente la sua ultima missione impossibile. Intanto, in attesa dell’estate, gli amministratori affilano le armi. La trincea dei salernitani è quella della provincializzazione che impone a ogni Provincia di smaltire i propri rifiuti. Ma proprio questa potrebbe rivelarsi un’arma spuntata: attualmente, infatti, i rifiuti del salernitano (che ha però un’altissima percentuale di differenziata) finiscono a Savignano nell’avellinese. E appena si è parlato di riaprire Macchia Soprana che avrebbe una piccola capacità residua, a Serre è scoppiata la protesta. La battaglia dei rifiuti minaccia di continuare.