Il nuovo piano: Camion in Calabria L'azienda dei rifiuti contro Bertolaso

Dopo il no della Puglia l'immondizia già in viaggio per liberare gli impianti
27 ottobre 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Nuovamente in viaggio i rifiuti campani. Questa volta la meta è la Calabria dove sta già arrivando il materiale secco prodotto dagli stir. In questo modo sarà possibile liberare gli impianti e stabilizzare i rifiuti che, una volta persa l’umidità, potranno diventare materiale di copertura per le discariche regionali. Si tratta di quello stesso materiale che era stata rifiutato dalla Puglia e che finirà nelle discariche private della Calabria tramite il consorzio Cite. Ma mentre va a posto un tassello del piano antimonnezza, e finalmente le cronache ci raccontano una notte senza scontri a Terzigno, la prima dopo diverse settimane, già si profila una nuova difficoltà. Da ieri a mezzanotte è scaduta l’ordinanza del governatore Caldoro che permetteva ai rifiuti di Napoli di confluire verso gli altri impianti della Regione. E questo nel momento in cui i lavori a cava Sari (che dovrebbe aprire mercoledì) impediscono di sversare le cinquecento tonnellate che vi dovrebbero confluire dai paesi Vesuviani. È stato quindi necessario incrementare i conferimenti presso gli stir di Caivano, Tufino e Giugliano dove le code dei compattatori in attesa diventano sempre più lunghe. Una situazione che resta preoccupante e che fa prevedere all’amministratore delegato di Asìa, Daniele Fortini, una nuova emergenza prima di Natale. La differenziata, infatti - sottolinea - non decolla anche perché continuano a mancare gli impianti di compostaggio e questo fa lievitare i costi del quaranta per cento. «L’emergenza ci sarà di nuovo a Natale», attacca Fortini, perché vengono commessi «troppi errori» per cercare «soluzioni che si pensa nell’immediato debbano risolvere la situazione». Per l’azienda del Comune, inoltre, «la discarica di cava Sari a Terzigno la gestiamo noi e non la Protezione civile: l’impianto è sicuro e non inquinante. Se ci fosse bisogno di una bonifica il magistrato dovrebbe sequestrarla immediatamente». Per il momento sono in corso degli accertamenti da parte dell’Arpac, non ci sono stati ancora cambi di gestione: al lavoro ci sono in questo momento Asìa e ad Ecodeco, la società del gruppo A2A che la ha realizzata. Ma quella di ieri è stata l’ennesima movimentatissima giornata. In mattinata un nuovo incontro tra Bertolaso, il presidente Cesaro e i sindaci del vesuviano che non hanno firmato l’accordo proposto dal sottosegretario, ma hanno accettato di collaborare per tentare di risolvere i tanti problemi ancora sul terreno. Questa volta al tavolo c’erano anche gli imprenditori fortemente danneggiati dalla protesta delle ultime settimane e dai cattivi odori provenienti da cava Vitiello. Tutti hanno ribadito la preoccupazione per la possibile apertura di Cava Vitiello. E ancora una volta sono stati rassicurati dal capo della protezione civile. Secondo gli operatori economici ci sono ben settecento posti di lavoro ad alto rischio. Per evitare il crack Cesaro e Bertolaso si sono impegnati appena sarà messa in sicurezza la discarica, a convocare un tavolo con i ministri del turismo e delle attività produttive, con i rappresentanti di Regione, Provincia e Comuni, per recuperare e rilanciare l'immagine del Vesuvio e per creare nuovi flussi turistici. Ed è arrivata anche una mezza promessa: potrebbe essere lo stesso Berlusconi a fare da promoter alla zona andando a cena in uno dei tanti ristoranti del Vesuvio. Si cercherà anche di mettere in campo azioni per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali. «I cittadini devono fidarsi», ha ribadito il capo della Protezione vicile. Poi è andato a Portici a visitare la famiglia di Silvano Di Bonito, il dipendente dell’Asìa morto domenica scorsa mentre lavorava all’impianto Stir di Giugliano. La giornata è continuata con una serie di summit: ieri sera c’è stata in Regione una riunione con i rappresentanti delle Province, oggi si insedierà l’ufficio di coordinamento dei flussi intraprovinciali di cui fanno parte nove tecnici.

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