Capri, rifiuti speciali nell’isola ecologica: cinque indagati
Capri. Cinque avvisi di garanzia sono stati notificati ieri mattina a Capri dai carabinieri del Noe con l'accusa di gestione illecita dei rifiuti all'interno dell'isola ecologica di Gasto. A firmare il provvedimento nei confronti di tecnici del Comune ed amministratori della Capri Servizi è stato il pubblico ministero Antonio D'Alessio della Procura di Napoli, che ieri con la notifica degli avvisi di garanzia ha aperto un nuovo capitolo sulla vicenda, che ha portato, nel mese di settembre, i Carabinieri del Noe porre sotto sequestro circa seicento metri quadrati di area, dove erano in corso i lavori per l'ampliamento dell'area ecologica del Comune di Capri. I destinatari del provvedimento, partito dagli Uffici della Procura della Repubblica di Napoli della Sezione Ecologica coordinata dal Procuratore Aggiunto Aldo De Chiara, contenente l'accusa di gestione illecita di rifiuti e violazione dell’articolo 256 del decreto 152 del 2006 che prevede la pena di arresto da 3 mesi ad un anno, spaziano su vari fronti, da Costanzo Cerrotta, presidente della Capri Servizi, l'azienda comunale che gestisce la raccolta, lo smaltimento ed il trasporto dei rifiuti solidi urbani, ai tecnici comunali e direttori dei lavori, il responsabile del Rup architetto Massimo Stroscio dell'Ufficio Tecnico del Comune di Capri, il direttore dei lavori Giuseppe Aprea ed i titolari delle imprese che si erano aggiudicate l'appalto per la realizzazione di una struttura che ora è entrata nel mirino dei controlli dei Noe e del Procuratore della Repubblica. All'interno dello spazio di proprietà del Comune, infatti, i militari già nel loro primo intervento effettuato all'interno del cantiere dove erano in corso i lavori per realizzare l'area di stoccaggio dei rifiuti, rinvennero una serie di rifiuti speciali, che probabilmente, secondo gli inquirenti, provenivano dagli scavi sottostanti, facendo scattare il dubbio che i rifiuti speciali fossero stati precedentemente interrati ed oggi, con i lavori in corso all'interno del cantiere, riportati in superficie e lasciati accatastati. Si tratta in gran parte di rifiuti speciali come materiali ferrosi, lamiere di Eternit, pneumatici, rifiuti che per essere smaltiti necessitano di particolari accorgimenti e di una serie di autorizzazioni per il loro trasporto. L'indagine, avviata sul territorio dai carabinieri del Noe, con l'intervento della Procura, promette nuovi colpi di scena anche perché i carabinieri nello scorso mese di Maggio avevano sequestrato nella stessa zona, a Gasto, a pochi metri di distanza da quella finita oggi nelle maglie dell'inchiesta, un appezzamento di circa 500 metri quadrati, dove i militari scoprirono una vera e propria discarica all'aperto non autorizzata, con materiali di risulta ammassati insieme a residui di lastre d'asfalto, una grande quantità di ferraglia e lamiere di Eternit. Su quel primo episodio sono ancora in corso le indagini da parte della magistratura.