Serre, già rivolta "Non riaprite quella discarica"
SERRE. Dovrebbe essere il giorno dell’ufficialità. Quello in cui il prefetto di Salerno, Sabatino Marchione, comunicherà al sindaco Palmiro Cornetta la decisione di riaprire la discarica di Macchia Soprana. La quarta vasca dell’impianto non sarebbe stata riempita fino all’orlo e, secondo i calcoli tecnici, ci sarebbe spazio per altre centomila tonnellate di rifiuti. «Rifiuti salernitani» precisa, telefonicamente, l’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano. E i tempi sarebbero anche abbastanza stretti: una decina di giorni, non di più. Ma il sospetto di molti è che possano essere più di centomila tonnellate dal momento che le altre vasche avrebbero subito una riduzione del 20% del volume. Palmiro Cornetta è stato convocato per le dieci di stamane ma non sarà da solo in prefettura. Con lui andrà a Salerno anche una piccola delegazione di consiglieri e cittadini, quelli del comitato di lotta che tre anni fa riuscì a salvare Valle della Masseria dall’arrivo dei rifiuti di tutta la Campania. Barattando l’oasi naturalistica con il sito di Macchia Soprana. Gli stessi che oggi dicono «no» all’ennesimo «sacrificio del territorio». «Sapevo che questa decisione era nell’aria», commenta sconfortato il primo cittadino. A palazzo di città già domenica sera vi era lo stato di allerta. La maggioranza, riunitasi subito dopo il vertice napoletano, ieri sera ha convocato un nuovo incontro invitando anche l’opposizione. La linea da seguire è la stessa per tutti: ribellarsi all’«ennesimo sfregio del territorio», dicono Franco Mennella e Giovanni Del Sozzo, rispettivamente consiglieri del Pdl e di Rifondazione. «Ma soprattutto - aggiungono - rispettare il protocollo d’intesa firmato in sede ministeriale che pone i limiti della discarica a 700mila tonnellate». Si attende dunque l’ufficialità del prefetto prima di convocare i cittadini e rendere pubblica la decisione. Per il momento i politici hanno deciso di tenere ancora «riservata» la notizia. Eppure il sospetto che stia per accadere qualcosa in città lo hanno in molti. E le notizie che arrivano da Napoli e da Terzigno non sono certo rassicuranti per i serresi, sempre attenti alla tematica rifiuti. Un gruppetto di anziani, fuori al bar della piazza centrale, gioca a carte. Uno di loro commenta ironico: «Per il momento aspettiamo tutti la partita del Napoli». Un altro uomo, aggiunge: «Aspettiamo che ce lo comunichino ufficialmente». «Non siamo più pronti a farci prendere in giro dalla politica», commenta uno dei rivoltosi di tre anni fa. Poi aggiunge: «Ma se toccano Valle della Masseria sarà peggio che a Terzigno». «Già - gli fa eco un ragazzo - tanto ormai centomila tonnellate di rifiuti in più o in meno non ci cambiano la vita». «Se ne approfittano - aggiunge un giovane uomo - perchè siamo pochi rispetto ai rivoltosi napoletani: poco più di tremila abitanti e non tutti parteciperebbero alle barricate». La lunga giornata di «passione» del sindaco-masaniello inizia presto. Alle 9 di ieri mattina è la telefonata del responsabile del sito di Macchia Soprana a metterlo in allarme. Gli anticipa che a breve inizieranno i lavori di messa in sicurezza del chilometro di strada che porta all’impianto. Un percorso dove, in alcuni tratti, l’asfalto ha ceduto. Una telefonata che mette in allarme Cornetta il quale diffica il tecnico ad intraprendere qualsiasi iniziativa. Subito dopo arriva una seconda telefonata, questa volta dalla Regione: è dell’assessore all’Ambiente Romano. È lui ad anticipare al sindaco l’arrivo dei rifiuti a Serre. «Sono in corso le procedure tecniche e amministrative per mettere l’impianto in condizione di riaprire - dice - Ma valle della Masseria rimarrà fuori». Una telefonata che manda il primo cittadino su tutte le furie, tanto da avere una discussione accesa anche con il delegato della giunta Caldoro. Ma non è l’ultima chiamata. Dopo circa trenta minuti arriva una terza telefonata, quella del prefetto di Salerno, Sabatino Marchione, che convoca per questa mattina il sindaco a Salerno.