Ecco i violenti: aspiranti boss in cerca di clan Su Facebook l’autore dell’agguato fa il padrino
Boscoreale. Sembra il soggetto per un action movie urbano. Una riscrittura, in versione videogame, di «I guerrieri della notte» di Walter Hill. Non New York, America, fine anni Settanta, ma Terzigno, Vesuvio, fine anni Zero. La sceneggiatura è addirittura più cruenta, fetida e solo apparentemente gratuita. Chi sono i giovani di quest’Intifada che sta tenendo in scacco lo Stato? Chi li manovra? Perché lo fanno? Gli inquirenti lavorano. Hanno individuato da tempo l’area di provenienza e, probabilmente, quando tutte le soluzioni pacifiche saranno svanite, potrebbe andare a stanarli. Le notti alla rotonda Panoramica sono palestre per aspiranti boss, ma anche per un posticino da semplice gregario.
Vite violente della periferia più periferia, i rioni del Piano Napoli, a via Settetermini e a via Passanti, dove sono state esiliate le famiglie del capoluogo durante la ricostruzione del dopoterremoto. Un cerchio di fuoco: dentro si spaccia e si vive di espedienti, laboriosamente. Chi lancia razzi e sassi contro agenti e militari cercherebbe di accreditarsi presso i clan, per non restare a vita misero pusher o piccola vedetta vulcanica. Uno degli arrestati di ieri, per esempio, Domenico Erri, appena 18 anni, si atteggia a padrino su Facebook, mentre un suo amico impugna un’arma, tra i commenti delle competenti amichette che indugiano sulle caratteristiche della pistola. La sfida alle guardie è nel Dna di chi è cresciuto con modelli di devianza. Poliziotti e agenti sono il loro naturale nemico. E loro si caricano pure su Internet. La criminalità di questa zona malmessa del vesuviano è roba di serie B, una camorra stracciona, come la definiscono magistrati e inquirenti. I clan potenti sono a Torre Annunziata e a Castellammare. Qui tirano avanti con lo spaccio e le estorsioni. Anche se volessero non sarebbero mai capaci di inserirsi nel grande affare del ciclo dei rifiuti. Anzi sulle discariche non hanno e non possono avere nessun interesse specifico. Eppure, attorno ai guerrieri della notte, scivolano personaggi con grosse moto, si aggirano poco prima degli scontri, provando a dirigere e a proteggere le vie di fuga. Ma parlare di camorra strutturata, quella che domina altrove, tra il Casertano e il Nolano, resta un’esagerazione. I boss di riferimento per ora fanno da spettatori di una partita dove non vale ancora la pena immischiarsi: aprono o non aprono discariche non è un loro problema, come non lo è la massiccia presenza delle forze dell’ordine per le strade di Boscoreale, Terzigno e dintorni. Non intralcia granché i traffici illegali, che qui sono davvero marginali. Poca roba. Quale è allora il gioco, l’obiettivo di questa criminalità di frontiera e di affari spiccioli? Chi ha studiato queste fenomeni ha le idee chiare: vogliono accreditarsi agli occhi della popolazione locale. Siamo noi che controlliamo il territorio, siamo noi i trecento spartani che bloccano i persiani in divisa, alle Termopili di via Zabatta, fanno capire con le loro molotov e i loro fuochi d’artificio, senza di noi, alle smidollate popolazioni cresciute a coltivare uva per il Lacryma Christi, toccherebbe monnezza a vita. E se si perderà, i guerrieri della notte saranno eroi lo stesso, ma non per caso. Infilandosi nei viali tutto sommato puliti, tra le basse file rossastre delle palazzine dei rioni Piano Napoli, la psicologia che aggredisce è quella della violenza come unica arma di difesa. Il grado zero del dialogo. La sopravvivenza ottenuta con la sopraffazione. I modelli sono quelli dei coetanei più fortunati, piccolo borghesi indifesi, ma deformati dalla lotta quotidiana per definire i propri spazi. Ma c’è anche un’altra vulgata, che percola, gocciola, nella zona grigia attorno al nucleo dei teppisti in cerca di un ingaggio. I violenti della rotonda altro non sarebbero che strumenti di una strategia della tensione della camorra forestiera, quella che, appunto, conta. L’obiettivo? Generare un clima irrespirabile che autorizzi polizia e carabinieri a una repressione più forte che aprirebbe la strada alla realizzazione della discarica. Allora sì che ci scapperebbe il morto. Teorie del complotto buone per tutte le occasioni.