I ribelli non cedono feriti sei agenti Trovato esplosivo

Trezigno, colpiti cinque poliziotti ed un carabiniere
Scattano due arresti. A migliaia in corteo per il parco
25 ottobre 2010 - Francesco Gravetti
Fonte: Il Mattino

Terzigno. Di notte, gli scontri, le molotov, i feriti e gli arresti. Di giorno, le mamme e i bambini in corteo per protestare pacificamente contro la discarica. In mezzo: ore di discussioni e polemiche sul documento proposto da Bertolaso ai sindaci per uscire dalla crisi poi bocciato dagli amministratori. La battaglia contro l'apertura di cava Vitiello ha due facce ben distinte, quella della violenza di notte, e quella pacifica di comitati, mamme vulcaniche e di migliaia di cittadini. Almeno 5000 quelli che da via Passanti hanno sfilato per le strade di Boscoreale, fino all'impianto di Terzigno. Alla testa, un carro funebre che rappresentava la morte del Parco Vesuvio e un’auto dalla quale uscivano le note dell'inno di Mameli. «Abbiamo lo stesso inno, ma non ci sentiamo italiani», diceva il cartello sulla vettura. In tanti, però, cantavano a squarciagola «Fratelli d'Italia». La sfilata è proseguita fino alla discarica Sari di località Pozzelle, dove il sindaco di Boscoreale Gennaro Langella e il vicesindaco di Terzigno Francesco Ranieri hanno deposto una corona di fiori dinanzi all'invaso, in segno di lutto. Facce pulite, tantissimi i giovani, molti quelli provenienti da città vicine e qualche sbadiglio: tra loro, infatti, c'era chi aveva tirato tardi per discutere, coi rispettivi sindaci, delle proposte avanzate dal sottosegretario alla Protezione Civile. Sospensione per tre giorni degli sversamenti alla Sari, garanzia che a scaricare saranno solo i Comuni dell'area vesuviana, congelamento dell'apertura di cava Vitiello: queste le idee dell’esponente di governo, in cambio dell'impegno a cessare le ostilità. A Terzigno, per parlarne, si sono radunati presso la sala consiliare del municipio, chiamati dal sindaco Domenico Auricchio. Centinaia di persone e una opinione prevalente: «Rifiutare l'offerta e andare avanti nella protesta». Tuttavia, non sono mancate le polemiche e lo stesso fronte del dissenso ha cominciato a vacillare: «Cosa vogliamo di più? Si tratta di un primo passo verso la normalità, si comincia a trattare», ragionava qualcuno. Ci sono state lunghe discussioni e decine di interventi, con il primo cittadino intento ad ascoltare ma anche attentissimo a non dire una parola: «Sono qui per sentire il vostro parere», ha spiegato. Poi la notizia che anche a Boscoreale, dove si dibatteva sullo stesso argomento, la gente non si fidava di Bertolaso e l'indicazione finale ad Auricchio: «Và a dire al Governo che la protesta continua. Noi non ci fermiamo». Quasi contemporaneamente, a notte inoltrata, sulla rotonda di via Panoramica si scatenava il consueto inferno. Almeno tre molotov sono state fatte esplodere contro poliziotti e carabinieri. Le forze dell'ordine sono state bersaglio di un fitto lancio di petardi: cinque agenti di polizia e un carabiniere sono rimasti feriti. Un uomo e una donna sono stati arrestati dalla polizia con l'accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. A inscenare gli scontri, un gruppo di irriducibili, dai quali i comitati prendono le distanze ma che, almeno sulla Panoramica, sembrano farla da padroni. Nel pomeriggio di ieri materiale esplosivo è stato trovato dalla polizia in un piazzale non lontano dalla rotonda. Quantità non eccessiva ma non si esclude che sia stato depositato da chi forse nei prossimi giorni avrebbe voluto riaccendere lo scontro. E mentre i sindaci lanciano un appello accorato: «Basta violenze, fiducia nelle istituzioni», oggi a scendere in campo sono un pool di avvocati di Terzigno. I legali vesuviani depositeranno presso la Procura di Nola una memoria con la quale sottoporranno, al pm incaricato delle indagini sulla discarica nel Parco, osservazioni e notizie sulle indagini in corso: «Puntiamo a far chiudere la discarica dalla magistratura, le condizioni ci sono tutte, l'invaso non è a norma».

Powered by PhPeace 2.6.4