Oggi i giudici amministrativi discutono il ricorso presentanto dal comune di Giffoni Sei Casali: «Il sito di Sardone non è idoneo»

Termovalorizzatore, braccio di ferro al Tar

Attacco a e Luca. E l'assessore Martinangelo: «Attendiamo uno studio dell'Università per valutare»
21 maggio 2008 - Francescp d'Ambrosio
Fonte: Il Mattino Salerno

Aziende sull'orlo di una crisi di nervi, sindaci ed amministratori impotenti, associazioni agricole ed ambientaliste unite ed una comunità «di 50 mila persone che pretende il rispetto del proprio diritto alla salute». Ieri il fronte picentino contrario al termovalorizzatore si è compattato in Provincia, oggi a Roma il Tar deciderà sul ricorso. Il pericolo "è il mostro da 500 mila tonnellate annue da costruire a Sardone", dice il sindaco di Giffoni Sei Casali Gerardo Marotta. "De Luca è un irresponsabile: ha scelto un'area già inquinata dall'altro inceneritore (il cementificio) e dalle discariche di Ostaglio, Sardone, Papapoti e Colle Barone, dalle fonderie, da autostrada e tangenziale e sulla quale grava il pericolo della centrale termoelettrica. Quell'area agricola è arricchita da necropoli e strade romane: produce oli, mele, nocciole e latticini di altissima qualità. L'impianto industriale è stato così tarato per bruciare non solo le 460 mila tonnellate annue del salernitano ma grazie alla griglia mobile, anche le ecoballe ed i rifiuti delle altre regioni. Per farlo utilizzerà fino a 4 milioni di metri cubi di acqua. Sottratta all'agricoltura. Non ci piegheremo alle logiche economiche: se il Tar ci dovesse dare torto affideremmo le nostre speranze al ricorso inoltrato al Capo dello Stato». Stessi toni nel consigliere delegato all'ambiente del Comune di San Mango Piemonte ed esponente del WWF Gianbenedetto Ghiurmino: «L'amministrazione comunale disconosce e ritira il parere favorevole al termovalorizzatore prodotto il 15 gennaio dall'ex sindaco Gaetano Napoletano». Raffaella Di Leo (Italia Nostra) è convinta che «Acerra non funzionerà mai, quindi Salerno brucerà anche l'immondizia di Napoli inondando la zona circostante di diossina, come dimostrano i campi attorno all'inceneritore di Brescia. Ma a rischiare saranno tutti i residenti nel raggio di 30 chilometri dal camino alto 130 metri dell'impianto perché i 2/3 di ciò che viene incenerito». «Quale risposte si danno agli operatori del territorio?», si chiede Silvia Imparato produttrice del vino Castelvetrano; Gerardo Alfani (azienda di vino e nocciole dop) teme la"catastrofe da diossina" e Mario Codante (fattoria didattica) paragona "l'asse Salerno-Eboli al triangolo della morte Napoli-Marigliano-Caserta". Contrarietà all'impianto è stata poi espressa dal direttore della Coldiretti Aniello Ascolese, dal presidente del Cia Oliva, da Legambiente e da Waltr Iannotti del Vas. Orazio Sica (comitato Ambiente e Salute) elenca: «In un raggio di 3 chilometri ci sono gli abitati di Pontecagnano, Faiano, Fuorni, Arbostella, San Leonardo, Campigliano e Bellizzi. Ernesto Sica assuma una posizione chiara». Chiude il sindaco Marotta: «Ci sono decine di siti più idonei come, ad esempio, la zona industriale di Buccino. Perché il commissario De Luca ha scelto proprio Sardone?». Risponde, a distanza, l'assessore Martinangelo: «De Luca può scegliere solo a Sardone. Fuori dal suo Comune non ha competenze tecniche per decidere. Ulteriori ipotesi implicherebbero poteri commissariali conferiti dal Governo ad altre figure istituzionali. Al Prefetto, ad esempio». Poi svela: «De Luca si è impegnato ad attendere i risultati sull'impatto ambientale. Lo studio è stato commissionato all'università. Se il monitoraggio dovesse certificare un aggravio di inquinamento oltre i livelli consentiti dalla legge saremmo costretti, tutti, a fermarci. Il parere dell'Università sarà vincolante, definitivo. Almeno per me». L’assessore Paladino: «Nessun sindaco è giustificato se, in estate, farà trovare i rifiuti per strada ai turisti. L'ipotesi di De Luca regge anche perché quella di Acerra non è credibile. La taratura è giustificata dalla situazione odierna in Campania. Costruito laddove vi sono assolute garanzie per i cittadini, il termovalorizzatore di Salerno fra due anni prenderà i rifiuti da bruciare laddove essi si troveranno». Michele Buonuomo denuncia il paradosso: "Da Treviso hanno finora smaltito il loro Cdr in Campania. Stiamo cercando di capire in quale cementificio". Chiude l'assessore comunale Gerardo Calabrese che, da amministratore e da 'verde' si dice «favorevole alla costruzione dell'impianto» perché «utilizzerà le migliori tecnologie finora consolidate». Sulla possibilità che esso bruci anche l'immondizia di Napoli, ammette: "Dipenderà dalla percentuale di raccolta differenziata realizzata in provincia". De Luca, sabato mattina, aveva detto l’esatto contrario.

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