Il governo decide tra fiamme e proteste

Presìdi e cortei, città blindata per l’arrivo di Berlusconi. Centri sociali e alberghi della ferrovia vigilati speciali
21 maggio 2008 - Leandro del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Anche i servizi segreti - molta intelligence romana - per Napoli capitale. La città - è ormai cosa nota - è da giorni sotto strettissima osservazione. La prima volta del quarto governo di Silvio Berlusconi sarà al centro di indagini incrociate, un evento «cinturato» da forze di polizia e 007. Preoccupano i cortei e i presidi autorizzati in città, eventi che si svolgeranno dalle prime ore della mattinata (8,30-9) fino alla fascia pomeridiana. Il rischio caos è praticamente scontato, almeno per la circolazione delle auto, anche in mancanza di particolari momenti di tensione. Il traffico veicolare sarà inibito nella zona della city (comprese le strade del Pallonetto e di Pizzofalcone), che sarà ovviamente presidiato da forze dell’ordine in divisa e in borghese. Arriva Berlusconi, il governo decide mentre la città è ancora attraversata da venti di protesta, tra roghi e tensioni per il caos rifiuti. Atterrati a Napoli alle 10 e attesi in prefettura mezzora dopo, i nuovi esponenti dell’esecutivo saranno accolti da ben cinque presidi e quattro cortei in movimento. Tutti, in un modo o nell’altro, proveranno a farsi sentire dal basso della finestra di Palazzo di governo. Tutti i manifestanti proveranno a scandire slogan, presentandosi tra la zona di piazza Trieste e Trento e piazza del Plebiscito. Non c’è una zona rossa, un’area cuscinetto inibita ai manifestanti, anche per scongiurare l’effetto «no global forum», quello delle drammatiche giornate della protesta targata marzo del 2001. Le piazze della city sono destinate comunque a fare da cassa di risonanza delle principali emergenze locali (e nazionali): i movimenti ambientalistici, i comitati per la difesa dell’area di Chiaiano contro l’ipotesi discarica, i gruppi di lotta per il lavoro che hanno trovato nella causa ambientalistica un formidabile detonatore delle proprie rivendicazioni; ma anche immigrati e delegazioni rom, l’etnia al centro di episodi di intolleranza a causa di un tentato sequestro di una neonata napoletana. Uno scenario potenzialmente esplosivo, che ha fatto scattare controlli e monitoraggi continui negli ultimi giorni. Porto, aeroporto e stazioni sotto strettissima tutela. Ma anche controlli serrati di passaporti registrati in piccoli alberghi di bassa categoria, zona stazione centrale, indagini sotto traccia nei centri sociali e nei punti di raccolta dell’area antagonista, da Soccavo a San Giovanni, da Fuorigrotta al centro storico. Non solo forze dell’ordine, anche «osservatori» dei Servizi a cui è affidato il compito di lavorare nelle retrovie, con compiti che vanno al di là dell’ordine pubblico e che puntano ad acquisire informazioni sulle potenziali forme di dissenso destinate a coagularsi contro il nuovo governo. Quanto basta a tenere allertati gli uomini della polizia politica del capo della Digos Antonio Sbordone, i vertici della Questura diretta da Antonino Puglisi, gli esponenti del comando provinciale dell’arma del generale Gaetano Maruccia. Intorno alla Prefettura, anche 124 agenti più dieci tenenti della sesta unità; trenta vigili e tre tenenti della settima unità, sotto il coordinamento del colonnello Aldo Carriola.

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