Il richiamo del Papa: «Serve una soluzione giusta e condivisa»

Telegramma al vescovo di Nola De Palma
Il Cardinale Sepe: ora siamo all'ennesima beffa
24 ottobre 2010 - Gino Giaculli, Marco Iasevoli
Fonte: Il Mattino

Le parole di Benedetto XVI hanno sempre un senso profondo. E una comunità in apnea come quella di Terzigno e Boscoreale le accoglie, letteralmente, come manna dal cielo. Ieri al vescovo di Nola, monsignor Beniamino Depalma, è giunto un telegramma firmato dal sostituto alla Segreteria di Stato, monsignor Fernando Filoni. Parole che esprimono la «paterna attenzione» del Papa, in cui si giudicano «preoccupanti» le notizie provenienti dall'area vesuviana, in cui si chiede esplicitamente a Depalma «di farsi interprete della vicinanza spirituale del pontefice nell'auspicio che, con il concorso e la buona volontà di tutti, sia trovata una giusta e condivisa soluzione al problema». «Paterna attenzione», «vicinanza spirituale», «giusta e condivisa soluzione». Abbastanza per riscaldare il cuore del vescovo. «Speravamo proprio in una parola del Papa, questo ci incoraggia ad andare avanti, ci fa sentire meno soli», commenta l’alto prelato, sin dall'inizio a fianco ai cittadini che protestano. Appena ieri aveva invitato i cittadini a «non cedere alla tentazione della violenza», affermando però il principio, a fronte delle promesse di rimborsi economici, che «il territorio non andava svenduto». Non solo: Depalma è stato insignito della cittadinanza onoraria di Boscoreale perché aveva difeso la popolazione dall'accusa di essere collusa con la camorra. «Se ci sono delinquenti nella protesta vanno individuati, non si può continuare con le accuse generiche», aveva tuonato denunciando un accanimento mediatico contro i cittadini vesuviani. E in realtà, è stata proprio una lettera informativa inviata da Depalma alla Segreteria di Stato ad aprire la porta ad un intervento di Benedetto XVI. Pochi giorni fa da Nola è partito un foglio scritto di getto in cui si spiegavano i gravi danni alla salute e all'ambiente della prima discarica, e a quale colpo mortale sarebbe stato sottoposto il Parco nazionale con il secondo sversatoio. A Roma non sono rimasti indifferenti, e ieri è arrivata la breve ma significativa risposta. In serata il telegramma è arrivato anche nelle parrocchie del territorio. La reazione è stata di stupore, e tutti sperano che le parole di Benedetto XVI possano essere da stimolo ad un'ulteriore riflessione delle istituzioni, proprio per trovare quella «giusta e condivisa soluzione» auspicata dal successore di Pietro. Ma per la Chiesa di Nola, annuncia Depalma, è il tempo di fare un'ulteriore riflessione. A breve si incontrerà con i parroci dell'area per stabilire un'unica strategia, e soprattutto perché suoni forte e chiaro l'appello ad evitare ogni deriva nella violenza e nell'illegalità. «Gli atti di questi giorni non risolvono proprio nulla», ripete tra sé e sé il vescovo. Ora spera, con il telegramma del Papa tra le mani, di convincere tutti a sedersi di nuovo intorno a un tavolo. E dal Nolano a Napoli il cardinale Crescenzio Sepe ha lanciato un accorato appello a reagire di fronte alla nuova emergenza rifiuti che vivono città e provincia nell'omelia in cattedrale. «C’è forse chi, come le forze del male e della violenza, appare pronto a dare l'ultima spallata o il colpo di grazia, perchè tutto precipiti - ha detto Sepe - Napoli non è e non sarà mai una ”partita persa” - ha aggiunto il Cardinale - nessuna emergenza può arrivare a scalfire quel sentimento come la speranza: una risorsa che questa nostra terra si è guadagnata attraverso secoli e secoli di sofferenze - ha proseguito il Cardinale - l'orlo del precipizio, lo vediamo da molti segni, non è forse lontano. Ma è proprio in momenti come questi che la voce della Chiesa è chiamata a levarsi alta e forte per richiamare al coraggio. Ancora una volta la nostra Napoli - ma anche altre località dell'area metropolitana - si ritrova stretta nella morsa di quella che sembra un'ennesima emergenza, ma che, con un minimo di realismo, va piuttosto identificata come l'ennesima beffa» e la Chiesa «non può voltarsi dall'altra parte per non vedere, non può voltare le spalle alla propria gente e alla propria terra mentre manca il lavoro e cresce la povertà».

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