Terzigno, stop alla discarica bis Bertolaso: "Ma basta violenze"

Subito la bonifica alla Sari, congelato il piano per Cava Vitiello
24 ottobre 2010 - Aldo Pappalepore
Fonte: Il Mattino

Tutto congelato. Anzi no, si vedrà. Perché ad un certo punto sembra si sia trovato finalmente l’accordo al tavolo in Prefettura in cui, nel pomeriggio, si siedono il sottosegretario Bertolaso, il governatore Caldoro, il presidente della Provincia Cesaro, i 4 sindaci dei comuni attorno la discarica e i comitati. Ovvero Bertolaso propone di continuare a sversare nella discarica Sari sino ad esaurimento (poco più di 90 giorni) ma prima c’è uno stop immediato di tre giorni per le verifiche tecniche. Non poco perché contestualmente viene anche proposto il congelamento dell’apertura di cava Vitiello. Quella da 3 milioni di metri cubi, la più grande d’Europa. Quella, per intenderci, che ha scatenato le proteste di Terzigno. È questa la proposta che, a sorpresa, mette sul piatto il capo della Protezione civile. Bertolaso si è poi impegnato a presentare in Parlamento la richiesta di escludere proprio cava Vitiello dal piano antiemergenza contenuto nella legge 123 del 2008. «Ma ad un’unica condizione: che cessino immediatamente le proteste», avverte più volte il sottosegretario alla sua controparte. «Un piano senza gravare - ci tiene a specificare più volte il sottosegretario per evitare si aprano all’istante altri focolai di guerriglia nelle altre zone della Campania - sulle discariche esistenti». Sembra quasi chiuso l’accordo. Nulla. Perché i giochi si riaprono e la firma viene rimandata alle di 10 di stamani, il tempo di permettere ai sindaci di confrontarsi con i rivoltosi rimasti alle falde del Vesuvio. «Speriamo che la notte porti consiglio», auspica Bertolaso. Un passo indietro. Poco prima delle 19 il sottosegretario spiega la bozza dell’accordo. Poco più di 4 punti: sospensione dei conferimenti alla Sari per 3 giorni e dopo possibilità di conferimento solo per i comuni della zona rossa; relativamente a Cava Vitiello, ogni determinazione circa l’apertura è sospesa a tempo indeterminato e approfondimento del piano rifiuti in Consiglio regionale per ridefinire gli ambiti. In cambio: sospensione immediata delle proteste. Bertolaso chiede una pausa per fumare una sigaretta. Lo fa perché vuole lasciare alla sua controparte il tempo di valutare l’offerta con calma e poi firmare il documento che chiuderebbe subito l’intifada alle falde del Vesuvio. Il segnale che, comunque, i manifestanti il braccio di ferro l’hanno vinto. Perché hanno portato a casa una sospensione che non era nemmeno immaginabile qualche ora prima. Eppure non c’è nulla da fare: dopo quasi due ore di discussione comitati e primi cittadini si presentano più agguerriti di prima al tavolo. E, soprattutto, con un niet: «Non firmiamo alcun documento, la sospensione o il congelamento non ci bastano», dicono. Vogliono che il capo della Protezione civile metta nero su bianco che stralcerà la seconda discarica di Terzigno dalla legge del 2008. Non può prendere questa decisione il sottosegretario. Ha sì avuto mandato dal governo per trattare, per andare incontro ai sindaci del Vesuviano pur di chiudere in fretta la faccenda ma non può certo modificare sic et simpliciter una legge dello Stato. E la trattativa si arena nella notte. Perché non bastano le rassicurazioni che mette sul tavolo Bertolaso. A cominciare dall’esempio di Valle della Masseria. «Era nello stesso piano: ma avete visto che quella discarica non è stata mai aperta. Fidatevi», è il refrain della riunione del sottosegretario. Niente da fare. Muro contro muro e nessuno che si fida di nessuno. Poi alle 23 la situazione si sblocca improvvisamente. Con i sindaci e i comitati che decidono di sottoporre, prima di firmare, l’accordo ai cittadini. Se ne riparla oggi. Ma il sottosegretario e il governatore sono fiduciosi. Spiega il primo: «Dopo una lunga discussione si sono trovati i punti d’intesa che abbiamo consegnato ai sindaci affinché possano spiegare ai cittadini quanto deciso, sia quanto riguarda cava Sari, sia per quanto riguarda la sospensione di tutte le attività propedeutiche dell’impianto di Vitiello». Poi Bertolaso ragiona sulle proteste: «Tra il dissenso legittimo e deocratico dei cittadini si è inserito chi voleva strumentalizzare. Mi pare abbiamo acquisito un consenso complessivo proprio perché - insiste - non siamo di fronte ad un’emergenza regionale ma siamo in grado di garantire la gestione dei rifiuti napoletani che bruceranno nel termovalorizzatore». Fiducioso anche il governatore nell’ok all’accordo. «Aspettiamo le decisioni in merito alla proposta fatta a sindaci e cittadini». Poi Stefano Caldoro spiega: «Occorre garantire la piena funzionalità consapevoli che si tratta di un’emergenza che dobbiamo guidare, monitorare, perchè non si recuperano ritardi di 15 anni che sono di impianti, strutture, modelli, in pochi giorni. Quello che sta avvenendo è responsabilità di 15 anni di non decisione e noi abbiamo discusso lungamente con i cittadini e le amministrazioni perchè in passato è mancato anche l’ascolto». Sul blocco dei fondi Ue ragiona: «Soldi sospesi per una grandissima diffidenza, ma contiamo di superarle». Rimane da capire se cesserà la protesta: «Dodici ore di tempo e lo sapremo», dice Bertolaso. Ma rimane pensieroso.

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