Bertolaso torna in trincea «Bonificherò quella cava»
Emergenza rifiuti, torna Bertolaso. E torna, ha spiegato, per spirito di servizio, ma anche per zittire le troppe voci che, a suo parere, hanno strumentalizzato quello che era stato fatto durante i due anni della permanenza della protezione civile in Campania. E infatti in serata a Napoli, dopo aver incontrato i sindaci del Vesuviano e una delegazione dei comitati, il sottosegretario ha spiegato: «Sono a Napoli su mandato del governo ma anche dopo aver parlato con il capo dello Stato e i presidenti delle due Camere per dare una mano, collaborare, assistere e trovare la soluzione della vicenda di Terzigno: cerchiamo di recuperare quello che abbiamo fatto nei due anni che sono restato a Napoli e andare avanti ascoltando i sindaci e la popolazione». Poi il tema più spinoso, quello dell’apertura di cava Vitiello che dovrebbe ospitare la seconda discarica vesuviana: «Non so se su questo argomento ci sono spiragli – ha detto – bisogna prima garantire la messa in sicurezza e la corretta gestione di cava Sari in maniera da evitare disagi alla popolazione accantonando il problema del nuovo sito e lavorando insieme. Poi si affronterà il problema della nuova discarica. Se ci sono delle alternative ben vengano: ne ho sentito parlare in questi mesi ma finora non si sono viste». La decisione di far tornare il sottosegretario a Napoli è stata presa subito dopo il consiglio dei ministri (nel quale il sottosegretario ha svolto una relazione) nel corso di una riunione alla quale hanno partecipato con i ministri interessati anche il sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta e il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. E per attuarla è partita un’ordinanza di subentro del prefetto di Napoli, Andrea De Martino, che fa fuori l’Asia, la partecipata del Comune di Napoli che finora ha gestito l’impianto. Uno dei motivi della protesta di questi giorni, scoppiata quando si è ricominciato a parlare di aprire il sito di Cava Vitiello, già prevista nel decreto legge ’90 del 2008, è stato proprio il cattivo odore che impestava l’aria. La situazione è ulteriormente peggiorata nelle ultime settimane, quando la necessità di controllare i manifestanti che assaltavano i compattatori, ha fatto decidere di scaricare anche nelle ore diurne. E tra i mezzi rimasti bloccati dai manifestanti c’erano anche i camion che portavano la terra che avrebbe dovuto coprire la spazzatura depositata in discarica: anche per questo non era stato possibile finora arginare i miasmi, ha sostenuto l’Asia. Dopo la decisione del governo i tecnici di Bertolaso sono tornati in forze in Campania e ora sono già al lavoro. Ieri pomeriggio si sono susseguite tre riunioni: la prima in Regione (con la partecipazione del governatore Caldoro e dell’amministratore delegato dell’Asìa, Daniele Fortini) alla quale non era presente Bertolaso rappresentato, però, dai suoi tecnici, gli stessi che hanno curato la realizzazione delle altre cinque discariche aperte in Campania dalla Protezione civile. Il secondo incontro si è tenuto in Prefettura dove è arrivato anche il sottosegretario che ha visto il presidente della Provincia, Luigi Cesaro, il governatore Caldoro e l’assessore Giovanni Romano. È stato deciso che sarà proprio lui ad assumere il coordinamento della gestione dei rifiuti, compito che, d’altra parte, gli era già stato affidato dalla legge che chiudeva la fase dell’emergenza. Le attività di raccordo politico-istituzionale saranno invece in capo alla Prefettura. La struttura di Bertolaso avrà il compito di affiancare la Regione e la Prefettura, garantendo il rispetto delle procedure di legge in ordine per l´impianto di Terzigno. Alle 21 è partito il terzo incontro con i sindaci di Boscoreale, Gennaro Langella; Boscotrecase, Agnese Borrelli; Trecase, Gennaro Cirillo e Terzigno, Domenico Auricchio sono stati convocati per le 21 negli uffici della prefettura di Napoli con il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. Sono stati invitati anche i rappresentanti dei comitati. Alla fine è stato deciso che il tavolo sarà ripreso oggi. Una decisione salutata positivamente dai primi cittadini che restano però estremamente preoccupati per il futuro dei propri territori mentre i rappresentanti dei comitati, pur mantenendo un atteggiamento interlocutorio, non si sono detti soddisfatti del risultato dell’incontro. Questa seconda missione del capo della Protezione civile in Campania, però, non sembra essere una missione speciale, ma un compito limitato nel tempo. Bertolaso, infatti, dovrebbe lasciare il suo incarico a metà novembre (si è parlato dell’11) ed essere sostituito dall’ex prefetto dell’Aquila, Franco Gabrielli, che già l’affianca come vice. Se tutto andrà bene e se le cose torneranno a posto nel giro di dieci giorni, come previsto da Berlusconi, Bertolaso potrebbe anche decidere di confermare la sua prima decisione e lasciare il suo incarico alla Protezione Civile per accettare un incarico di prestigio sul piano internazionale, forse all’Onu. Per tentare di mantenere la road map, i tecnici cercheranno di portare a Terzigno soprattutto i rifiuti umidi, che non puzzano. Per farlo, ovviamente, dovranno funzionare al meglio gli stir dove si sono accumulate nell’ultimo periodo le balle a causa dello stop a due linee del termovalorizzatore di Acerra e dove ci sono vasche ancora ingombre dai rifiuti lasciati dalle precedenti emergenze. Senza successo, finora, i tentativi di portarli fuori regione.