Napolitano: provo pena e allarme Berlusconi: tutto ok in 10 giorni
Roma. Fuochi e fiamme a Terzigno, ma Silvio Berlusconi promette: «In 10 giorni la situazione può tornare nella norma». O, almeno, i cattivi odori non ci saranno più. Prende decisioni draconiane, manda Guido Bertolaso ad assumere le redini del comando, si trasferirà a Napoli, come ha fatto quando scoppiò la prima emergenza, ormai due anni fa. Riuscirà nell’impresa, ne è convinto. Non decreta lo stato di emergenza, ma andrà avanti a completare il piano rifiuti. Non si tornerà daccapo. Il premier mette sul tavolo delle barricate di Terzigno, 14 milioni di euro per le opere di compensazione, soldi per risarcire i territori che ospitano le discariche. Non perde l’ottimismo, malgrado le barricate e un clima da guerra civile nel centro campano. Non teme che la criminalità diventi padrona del campo. «Il ministro dell’Interno ha espresso un’opinione negativa». Garantisce che là sulle cave, dove adesso ci sono cumuli di immondizia, cresceranno prati e boschi. Le cave avranno una durata limitata nel tempo. Poi verranno costruiti altri termovalorizzatori, «che è il sistema usato in tutto il mondo per smaltire i rifiuti». Il premier scende in conferenza stampa con Bertolaso, Stefania Prestigiacomo ed il governatore Caldoro. È scuro in volto, l’irritazione è evidente. Ai ministri riuniti in Cdm, ha appena detto che non è accettabile che la soluzione sia rimandata a causa delle polemiche e dell’opposizione, facendo specifico riferimento al sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Non ha attuato il piano per la raccolta differenziata. «Tutta colpa mia? Mi viene da ridere» ha risposto lei. Berlusconi se l’è presa con tutte le amministrazioni locali, dunque anche con il sindaco di Terzigno, che non sono in grado o non vogliono dare seguito alle indicazioni di Regione e governo. E con quest’atteggiamento si fomentano i disordini. Il Cavaliere non ha voluto decretare lo stato di emergenza, ma vuole che sia pienamente attuato il piano rifiuti. Tutti i partiti hanno chiesto di intervenire. A cominciare da Umberto Bossi che teme «che ci scappi il morto». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha «seguito con profonda pena e crescente allarme la nuova crisi dei rifiuti a Napoli, le gravi tensioni che sono insorte e la situazione di avvilente degrado che essa ha determinato in provincia e in città» ma da lui è venuta l’approvazione per l’operato del governo. Inoltre, ha invitato le istituzioni e le forze politiche a non sottrarsi «alle proprie responsabilità e al dovere di contribuire al superamento della crisi». In una parola, ha detto basta ai sindaci Masaniello. Nutre speranza sul comportamento dei cittadini napoletani. Bordate al governo da Pd («è un fallimento») e da Udc. Secondo Pier Ferdinando Casini «la storia di questi due anni è un fallimento simboleggiato negli ultimi giorni dai roghi dei rifiuti a Napoli». Berlusconi dunque punta in 10 giorni a far tornare la normalità, «senza che possano verificarsi miasmi a Terzigno che, giustamente, hanno preoccupato la popolazione». Quando c’era la Protezione civile, non c’erano odori. Dunque, una ordinanza urgente del prefetto di Napoli «solleverà la società Asia» dalla gestione della discarica di Terzigno, che verrà «assunta dai professionisti della Protezione civile». Bertolaso auspica di tornare a «una gestione non precaria» della discarica, un anno fa era a norma. Per fortuna c’è il termovalorizzatore di Acerra, «perfetto» anche se funziona con due linee, ma entro fine anno, sarà riaperta la linea tre.