«Questa zona è diventata il triangolo della morte»

I cittadini: in aumento i tumori e la vocazione agricola è stata distrutta dai rifiuti
23 ottobre 2010 - Luigi Patierno
Fonte: Il Mattino Benevento

S. Arcangelo. Non è un esercito di resistenti, ma a Sant'Arcangelo Trimonte l'accesso in discarica ai 7 tir pronti a sversare altre tonnellate di rifiuti napoletani è impedito da poche unità di persone, motivate, esasperate, ma decise a non darla vinta ad «uno Stato che appare sempre più prepotente con i deboli», ed è questa la ragione più evidente alla base della strenua difesa approntata in mattinata. Sembra quasi una lotta di Davide contro Golia, ed alla fine grazie all'aiuto dei consiglieri provinciali, con a capo Claudio Ricci, e dei sindaci dei paesi limitrofi, che il massimo risultato viene raggiunto, cancelli chiusi alle 18 e 10 minuti e tir costretti a tornare indietro. Il sindaco di Apice Ida Albanese, che ha difeso con i denti l'assalto delle forze dell'ordine, nel pomeriggio appare fortemente delusa dall'atteggiamento manifestato dal Prefetto di Benevento, il quale ha rifiutato l'invito a recarsi sul sito di località Nocecchia, il primo cittadino apicese è convinta che continua a perpetrarsi nei confronti del nostro territorio un atto di sopraffazione, «noi sindaci non possiamo accettare le assurdità di queste scelte che ci piovono dall'alto». «A non essere tutelata - dice Albanese - è la vocazione agricola dei nostri terreni», e al suo reclamo si uniscono in coro le voci di due agricoltori espropriati e non ancora rimborsati, non solo dei terreni confiscati, ma anche del mancato guadagno e raccolto di questi anni. «La nostra zona è ormai disastrata - spiegano Enrico e Tommaso Checola - e non è possibile lavorare, anche per l'acre odore che fuoriesce da questo maledetto invaso». Laconico il commento di Erminia Manserra, presidente del comitato Pro Apice: «Spero che i nostri amministratori comprendano finalmente cosa significhi questa lotta. Paduli, Sant'arcangelo e Apice non possono diventare il triangolo della morte, oramai i tumori nelle nostre zone aumentano in dismisura». In riferimento all'incontro del Prefetto con una delegazione di sindaci e manifestanti tenutasi nel pomeriggio, Antonio Panarese, uno dei tanti che ieri ha manifestato il suo dissenso in sit-in davanti ai tir, parla di ricatto e non di trattativa. «Mi chiedo - dice - come mai non hanno sversato a San Tammaro, questo mi fa pensare che vogliono aizzare gli animi e dimostrarci che laddove si è in tanti è la forza a prevalere, sembra quasi che vogliano farci rispettare l'illegalità». «Oggi il Prefetto vuole trovare una soluzione - commenta Gabriele Corona di Altrabenevento - e trattare con i manifestanti, questa è una bella novità. Mi chiedo come mai prima non aveva questa facoltà e come è possibile che in uno Stato di diritto i cittadini debbano sempre rasentare lo scontro»? «È l'ennesimo riproporsi dell'emergenza come modalità di gestione autoritaria del territorio», è il pensiero di Carmine Pace, referente del centro sociale depistaggio di Benevento.

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