Caldoro: a Terzigno si è sbagliato e sulla differenziata basta alibi
Risposte giuste e immediate a un problema creato da una cattiva gestione. Il presidente della Regione Stefano Caldoro evita di parlare di nuova fase commissariale e manda messaggi rassicuranti a Terzigno e Boscoreale.
«È stata data una risposta immediata sulla bonifica e sulla buona gestione della discarica. Il problema dei miasmi c’è ed è dovuto al conferimento di rifiuti non trattati. Del resto, dove la gestione è ottimale questo problema non esiste».
Con il ritorno di Bertolaso si torna anche allo stato di emergenza? «Non si apre una nuova stagione commissariale ma si interviene con la Protezione civile per la sola discarica di Terzigno. Diciamo che si è scelto un commissario ad acta per risolvere uno specifico problema. Inoltre, ci sarà la centralizzazione dei flussi per evitare che si sversino nelle discariche rifiuti non trattati negli Stir. Siamo anche riusciti a rispettare l’impegno di liberare una prima tranche di fondi per le compensazioni. Si tratta di 14 milioni per la copertura totale degli interventi su Terzigno. Ulteriori 35 milioni destinati agli altri comuni saranno liberati prossimamente». Ma il sindaco di Terzigno dice che i soldi non li vuole perchè la salute non ha prezzo. Come lo convince? «Comprendo il sindaco ma gli dico di stare tranquillo. Mi sembra evidente che a Terzigno ci sia stato un errore nella gestione della discarica e stiamo cercando di fare le cose giuste per essere credibili e riconquistare la fiducia dei cittadini. Con i sindaci ci sarà un confronto serio e costruttivo».
Due anni fa si gridò al miracolo. Oggi la credibilità del «governo del fare» esce appannata da questa emergenza? «Sui rifiuti occorre un’operazione verità perchè non si possono accettare strumentalizzazioni. Sinora è mancata una qualsiasi discussione di merito e il contraddittorio è stato troppo condizionato da fattori esterni».
Qual è l’operazione verità? «Il piano messo in campo dal governo nel 2008 è assolutamente idoneo e realista rispetto a quindici anni di ritardi. Il problema è che il piano si tiene su un sistema molto complesso e delicato e basta un nulla perchè il ciclo si interrompa. Se si blocca una discarica salta tutto. Ed è quello che è successo».
Vuol dire che dovremo sempre vivere sul filo di lana? «Non abbiamo soluzioni alternative. Probabilmente vivremo altri momenti difficili e il nostro compito è prevenire i problemi. Su quanto successo a Terzigno il governo non c’entra nulla. C’è stato un errore, assolutamente da evitare, nella fase gestionale per cui sono stati sversati in discarica rifiuti che hanno prodotto miasmi».
Ma a Terzigno si protesta non solo per i cattivi odori ma soprattutto contro l’apertura di una seconda discarica. «La seconda discarica è prevista da una legge dello Stato. Certo, se a Cava Sari arrivano rifiuti non trattati bene, mi sembra poi normale che i cittadini si preoccupino di cosa si possa scaricare a Cava Vitiello. Bertolaso torna proprio per rimediare all’errore e per il resto mi sento di rassicurare i cittadini di Terzigno. I controlli fatti dall’Università e dal ministero della Salute escludono infiltrazioni o inquinamenti. Non c’è un’emergenza sanitaria tant’è che il ministro Fazio ieri non ha partecipato alla riunione con Berlusconi».
Però la protesta continua. E la violenza pure. «Vorrei innanzitutto ringraziare le forze dell’ordine per il grande lavoro che svolgono per evitare degenerazioni. È chiaro che chi infrange vetrine e incendia compattatori non può essere giustificato. È un dovere di tutti isolare i violenti».
C’è un problema Napoli? Per Berlusconi le colpe sono tutte della Iervolino perchè la raccolta differenziata è ferma. «La Campania non è una cenerentola, anzi vi sono città anche medio-grandi con ottime percentuali. Certo, Napoli è in crisi, è fuori dai parametri».
È colpa della Iervolino? «C’è un problema di investimenti e c’è un problema più ampio che riguarda la complessità di Napoli. Non scopro io che Napoli è una città non facile in cui anche organizzare la raccolta differenziata, soprattutto in alcuni quartieri, è un problema. Dati alla mano Berlusconi ha ragione ma la questione non può essere ridotta a una faccenda di numeri. Tuttavia la complessità della città non può essere un alibi e il problema va risolto».
La Ue vuole bloccare 145 milioni perchè non è possibile aprire una discarica in un parco nazionale. È un’altra tegola? «La nostra posizione è netta. Non condividiamo la tesi della Ue e ci difenderemo presso la Corte di giustizia europea. La definizione di area protetta varia da Paese a Paese e in Italia si è seguito un criterio per cui le aree protette sono molto ampie. Ma l’avete vista la cava di Terzigno? È una ferita all’ambiente e al buon gusto. Come si fa a definirla area protetta? Quella della Ue mi sembra una posizione ideologica».