Iervolino: il caos è tutta colpa mia? Non sono una strega

L'affondo: noi solidali, altri comuni no
Il Signore ci protegga se succede il peggio
23 ottobre 2010 - Paolo Barbuto
Fonte: Il Mattino

Cerca di mantenere la calma il sindaco Iervolino. Convoca una conferenza stampa per cancellare quelle che considera bugie sulla città. Promette che non farà polemiche né nomi. Gliene scappa solo uno, quello del presidente del consiglio, quando elenca le «tre balle» sulla vicenda rifiuti: «La prima è quella che Berlusconi ha detto qualche mese fa: l’emergenza rifiuti è risolta. Allora questa che cos’è? La festa di Carnevale? Come vedete tutti non era assolutamente risolta». L’altra grande falsità, spiega il sindaco, è che il mancato decollo della differenziata in città ha causato la nuova emergenza: «Siamo al 19 per cento di raccolta differenziata a Napoli. Se anche fossimo arrivati al 25 o al 30, credete che sarebbe cambiata la situazione?». Il sindaco si guarda intorno, cerca il consenso degli assessori e della sala che ascolta in silenzio religioso. Rilancia l’allarme infezioni: «Ci sono 1.915 tonnellate di pattume in città, fortunatamente siamo in autunno, non c’è grande caldo. Se fosse stata piena estate sarebbe stato un disastro. Comunque da mamma sono preoccupata». E da mamma si rivolge anche alle «mamme vulcaniche» che le hanno scritto di non contribuire alla morte dei loro figli: «Non è così. Naturalmente. Io che ho origini di Ottaviano sono vicina a quelle donne e dico che bisogna rispettare rigorosamente le norme per evitare problemi. Però è necessario affrontare la situazione». C’è spazio anche per una polemica con i comuni limitrofi ai quali il Comune ha chiesto un sostegno per i prossimi cinque giorni: ogni città avrebbe dovuto prendere una piccola porzione dei rifiuti di Napoli. Ma tutte hanno dato risposte negative: «Manca attenzione, manca solidarietà - dice amaramente il sindaco - Forse abbiamo sbagliato noi in passato. Per decenni abbiamo consentito che tutti i rifiuti della provincia venissero scaricati a Pianura che oggi è un territorio avvelenato. Se ci fossimo opposti in quei giorni, cosa avrebbero detto di noi?». Amareggiata ha ricordato quando a Pianura andava a sversare tutta la Campania e «non risulta che paesi della provincia abbiano mai alzato la voce per difendere il capoluogo». Poi un riconoscimento al presidente della Regione: «Devo dare atto a Caldoro di avere avuto il coraggio di esercitare i poteri sostitutivi autorizzando lo sversamento in altre province, ma è ridicolo che i sindaci di quei paesi si ribellino perchè è stato chiesto loro un aiuto per cinque giorni». Poi riprende la verve ironica: «Non possiamo fare ”bau bau” a leghisti e province del Nord se non ci aiutiamo per cinque giorni. Viene da dire: ”Signore, tienici una mano sulla testa (proteggici, ndr) e speriamo che non succeda niente di grave perchè se stiamo a questi livelli non c’è possibilità di aiutarsi in alun modo». Arriva l’eco degli esiti della riunione di Roma. Spiegano al sindaco che è ancora il Comune sotto accusa per quel che sta accadendo: «La colpa è mia? Sarebbe troppo semplice e mi viene da ridere perchè nemmeno la strega Bacheca riuscirebbe a mettere in ginocchio una regione pur volendo». E affonda il colpo riferendosi al premier: «È una barzelletta, ci spieghi il perchè della situazione anzichè mandare pizzini a Cicchitto». Il sindaco ribatte alle accuse con dati statistici: «La legge prevede che ogni provincia smaltisca i rifiuti nel suo territorio, quella di Napoli accoglie più della metà degli abitanti dell’intera regione ma ha un territorio pari all’8% della Campania. Perché deve essere ammucchiato solo in questa piccola porzione di Campania il pattume prodotto dal 53% dei suoi abitanti?». Poi parla della situazione di Napoli che ha una densità di 8.200 abitanti per metro quadrato contro la media regionale di 429: «C’è tanta gente rispetto alle altre città, è impensabile che si possa smaltire tutto in questo territorio, Napoli ha già dato troppo». Il sindaco ricorda che tra fondi locali e statali il Comune vanta un credito di quasi venti milioni: «Sono soldi nostri che in parte abbiamo anticipato e che ci spettano. Se li avessimo potremmo far decollare la differenziata e risolvere tanti altri problemi». Poi torna sulle grandi bugie: «Si è detto che tutto era risolto. Ma se al primo intoppo all’inceneritore di Acerra e a una discarica, la situazione precipita. Questa responsabilità è di altri, non del sindaco nè della città di Napoli».

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