Città sommersa dai cumuli, la crisi costa 2 milioni
Duemila tonnellate - quintale in più, quintale in meno - accumulate negli ultimi giorni. Un’emergenza rifiuti, l’ennesima, che anche questa volta ha costi immensi. Li rende noti l’Asìa, l’azienda speciale di igiene urbana che lavora sul territorio comunale e che tenta, ora, di far fronte a questo nuovo dramma. Undici automezzi distrutti, tredicimila ore di straordinario da pagare ai dipendenti impegnati per far fronte alla crisi. Vale a dire danni quantificati per circa 2,17 milioni di euro in pochi giorni. Per non parlare poi dei cinque autisti Asia aggrediti, di cui due ancora in ospedale. Le cifre sono state snocciolate ieri dall’amministratore delegato dell’Asia, Daniele Fortini, che ha partecipato ad una conferenza stampa insieme con il sindaco Iervolino e buona parte della giunta. Intanto la situazione in città si aggrava di ora in ora. Vere e proprie microdiscariche a cielo aperto costellano le vie del centro, invadendo i marciapiedi e il tracciato stradale, costringendo auto e pedoni a uno slalom tra i sacchetti. Lungo la centralissima via Toledo, all’angolo con via Stendhal, alcuni metri di marciapiede sono disseminati di rifiuti proprio all’ingresso di un megastore per bambini e ragazzi. Altrettanto esteso, a poche decine di metri, il cumulo di immondizia all’ingresso di un megastore di abbigliamento. A via Monteoliveto la spazzatura è tracimata dal marciapiede, finendo sulla sede stradale. E nella notte cumuli di rifiuti sono stati dati alla fiamme in corso Amedeo di Savoia, nei pressi del museo nazionale: necessario l’intervento di vigili del fuoco e carabinieri. È stata una notte di superlavoro per i pompieri, chiamati a spegnere decine di roghi in tutta la città. Secondo quanto riferito da Fortini e dal sindaco in conferenza stampa, l’Asìa deve avere dalla Provincia di Napoli ben dodici milioni di euro per la gestione (assunta il 1 gennaio scorso) degli impianti Stir (ex Cdr) di Giugliano e Tufino ai quali fanno riferimento ben 59 comuni del Napoletano, tra cui lo stesso capoluogo. Altri otto milioni di euro di trasferimenti, ha spiegato il sindaco Iervolino, sono attesi dalla Regione Campania. Insomma, somme di danaro che potrebbero essere investite per potenziare la raccolta differenziata, ora soltanto al venti per cento. Al momento, a Napoli, si «differenziano» ogni anno 24 mila tonnellate di frazione organica (come, ad esempio, gli scarti alimentari) che sono trasferite fuori regione, al costo di 160mila euro a tonnellata. Una cifra ingente che potrebbe essere risparmiata se il trattamento avvenisse in zona. Per questo motivo l’Asia, ha riferito Fortini, ha chiesto di poter allestire due centri per il compostaggio all’interno dei Stir di Giugliano e Tufino, per una capacità di quarantamila tonnellate all’anno. Ieri, intanto, dal direttore del servizio Igiene e Sanità della Asl Napoli 1 è partito un fax sull’emergenza rifiuti diretto ai responsabili degli interdistretti e, per conoscenza, all’assessore comunale all’Ambiente e al commissario straordinario della Asl Napoli centro. «A seguito della mancata rimozione dei rifiuti solidi urbani sul territorio cittadino - è scritto nella nota - compatibilmente con le scorte dei prodotti attivi, si invitano i responsabili dei distretti a continuare gli interventi di disinfezione e derattizzazione, dando la precedenza alle strade maggiormente interessate dal fenomeno e con priorità ai punti critici. Ovvero aree mercatali, scuole, ospedali».