"Facce mai viste" l'ala violenta degli infiltrati
I comitati vogliono strumentalizzarci
Boscoreale. «Cumpa’, qua non si passa». L'adolescente sul motorino grigio fa segno che più avanti è tutto bloccato e si deve fare marcia indietro. Via Passanti, a ridosso di un concentrato di brutte palazzine gialle chiamate Parco Napoli. Denominazione non casuale, scaturita dall’origine di quell’agglomerato di case popolari. Cumuli di spazzatura ammassata, la carcassa di una Fiat Punto incendiata, materassi e cianfrusaglie a fare massa. Eccolo uno dei due epicentri più arrabbiati della rivolta di Boscoreale. È la periferia della cittadina, insediamento abitativo nato nel dopo-terremoto del 1980 quando qui vennero trasferiti molti napoletani con la casa nel centro storico inagibile. Parco Napoli, appunto. Questa è quasi una forca caudina per gli autocompattatori che vanno e vengono con il loro carico di spazzatura. È il passaggio obbligato per arrivare da Poggiomarino alla discarica di Terzigno. Qui, nei giorni scorsi, furono bruciati tre autocompattatori e un autobus della Sepsa. E qui, nel primo pomeriggio, la protesta si è fatta di nuovo violenta senza preavviso, con il blocco a 5 autocompattatori e le successive cariche della polizia. Guerriglia urbana, con decine e decine di persone spuntate all’improvviso a bersagliare di oggetti gli autisti.«Benvenuti nel tunnel della morte», dice un tabellone di stoffa con scritta di vernice nera appoggiato alle palazzine. Gli sguardi sono sospettosi, i motorini con giovani e ragazzi senza casco vanno avanti e indietro. Un’area al centro dei monitoraggi e controlli degli agenti della Digos. Il tappo di via Passanti fa il paio con quello di Madonna dei Flagelli, sempre a ridosso di un altro Parco Napoli. Qui si passa per arrivare al casello autostradale di Torre Annunziata. E anche qui cumuli di masserizie, spazzatura, bidoni per la differenziata rovesciati. Sono queste le due aree a Boscoreale dove in questi giorni si sono concentrati incidenti con gruppi dai volti poco noti ai residenti. Tanto da far dire al questore Santi Giuffrè: «C’è una regia dietro le violenze». Per le strade di Boscoreale, dove nella mattinata in più strade sono comparse barricate, tanto fragili quanto spontanee, di sbarramento, sono affissi decine di manifesti senza firma. Tra via Sette termini, via Cirillo, via Giovanni della Rocca, si poteva leggere uno scritto stampato con in alto una generica intestazione: «Movimento spontaneo contro la discarica». Nel testo ce ne è contro tutto e tutti: Bassolino, Cosentino, il governo, il nord, le cricche mafiose. Commenta Franco Matrone, che fa parte della rete dei comitati ufficiali di Boscoreale: «Non è il primo manifesto anonimo ad apparire. Non si sa chi siano, ma cercano di dividere i comitati che operano alla luce del sole e con metodi non violenti di protesta. Manovre speculative, che delegittimano tutti. Noi siamo estranei alle proteste e agli atti violenti». Un altro indizio allarmante in una protesta non sempre cristallina. Le ragioni dei comitati ufficiali trovano sintesi nelle fotocopie degli articoli di giornale che annunciano il via libera alla seconda discarica vesuviana. Nella bacheca del Municipio in piazza Pace sono affissi in bella mostra. Poco più tardi, esploderà la rivolta in via Passanti.